Un romanzo che non è solo un'indagine del contesto storico in cui si snoda ma che, insieme ai fatti narrati, indaga sui sentimenti, passioni, emozioni che li hanno generati, non quindi puramente descrittivo, ma volto alla critica e alla riflessione.

Successivamente, il dialogo, a mo' di intervista, con l'autore, che ha captato l'attenzione e la curiosità, stabilendo un rapporto empatico con i presenti, grazie alle doti comunicative e le interessanti e brillanti risposte.

Ad impreziosire la serata, la professionalità e le doti interpretative dell'attrice-regista Tonia D'Angelo, presidente dell'Ass. culturale teatrale Ciak Sipario che ha letto vari passaggi tratti dal romanzo, in un clima di rispettoso silenzio e attenzione, grazie alla magia delle sue indubbie capacità artistiche.

E ancora la suggestione della chitarra classica accompagnata alla voce del cantautore sanseverese Nazario Tartaglione, che ha trasportato i presenti in atmosfere rispondenti al contenuto del volume, con canti della tradizione popolare di Capitana, tra cui, due interpretazioni di Matteo Salvatore.

Una serata priva di pause e che non ha concesso momenti di vuoto, anzi, un susseguirsi e un incalzare di emozioni vive e palpitanti, conclusasi con l'omaggio del papavero rosso alle donne in sala.

Se il ruolo dell'intellettuale consiste nel promuovere la conoscenza storica della realtà da trasformare, avendo come obiettivo primario il rinnovamento della coscienza, il nostro Autore ha intrapreso con certezza il giusto percorso.

Un ringraziamento particolare oltre a tutti i presenti, all'artista Anselmo Maggio e alla sua Associazione per la cortese e raffinata ospitalità e che "Il soffio caldo del favonio" possa soffiare come vento buono, tra i tetti della nostra terra generosa e troppo spesso sofferente.



Maria Teresa Infante

    "Papaveri rossi - Il soffio caldo del favonio" di Giuseppe Messina

    Sabato 29 settembre alle ore 18,30, lo scrittore Giuseppe Messina ha presentato a San Severo, il romanzo "Papaveri rossi - Il soffio caldo del favonio", Casa Editrice Kimerik, presso il Centro culturale delle Arti (ANSE) dell'artista-pittore sanseverese Anselmo Maggio, sito in via Valeggio, 50.

    Lo scrittore, nato a Foggia nel 1939, papà di Rodolfo (amante della natura) e di Enrico (attore e regista teatrale), attualmente si occupa di tutela dell'ambiente, di pace, immigrati e della salvaguardia e recupero di beni archeologici del territorio

    Alla presenza di una folta platea di amici e artisti, non solo di San Severo, ma sopraggiunti anche dai paesi limitrofi, lo scrittore ha narrato, partendo da esperienze autobiografiche, di fatti di cronaca, storia, folklore, tradizioni, strettamente legati al territorio di Foggia e Capitanata, ma correlati naturalmente alla politica e alle trasformazioni sociali e culturali nazionali. Grande intensità di contenuti, alleggeriti in alcuni tratti, dalla penna ironica e sagace, di uno scrittore camaleontico.

    La serata è stata introdotta dal prof. Vincenzo Polvere e dai saluti ai presenti del padrone di casa, l'artista Anselmo Maggio, nella cui Galleria si è avuto modo di ammirare le sue opere, insieme a quelle di tanti altri artisti locali in esposizione. Da citare la bellezza delle ultime creazioni "Le quattro stagioni", dalla forte impronta personale, dalle eleganti ed eteree cromie e dai contenuti assolutamente aderenti alla suggestione dei cicli delle stagioni, su cui aleggia l'estro creativo del pensiero artistico di Anselmo.

    Papaveri rossi è invece stato presentato da Maria Teresa Infante, in veste di relatrice, che ne ha delineato i contenuti e il messaggio intrinseco, volto alla riappropriazione dell'identità territoriale, partendo dalla rivalutazione culturale e societaria per evadere la narcosi evolutiva verso cui l'intera umanità si sta dirigendo.

    La scrittrice ha tenuto a sottolineare la dialettica fluida e scorrevole e uno stile linguistico che risponde alla logica strutturale della lingua contemporanea che si estranea da manierismi, classicismi e lemmi aulici, nella consapevolezza che i toni a volte troppo saccenti, fanno da ostacolo alla comprensione profonda dei contenuti, che si intendono far apprezzare nella loro completezza.