Alin

(Gualmini Gianni)


Virata secca, veloce, stanco e
stremato da sofferenze, la
corrente ascensionale lo
abbandonò e precipitò su uno
scoglio rimanendo esamine e in
coma.
Una mano apparentemente
pietosa lo raccolse e lo curò.
Furono giorni e giorni di lotta
fra la vita e la morte ma la sua forte
fibra lo salvò.
In seguito capì perchè era stato
raccolto: era un esemplare rarissimo
di gabbiano.
Fu rinchiuso in una gabbia di vetro da
cui poteva ammirare malinconicamente
il mare e stare attento casomai passasse
YinnY. La sua vita iniziò a consumarsi.
Addio voli, addio libertà, addio sospiri,
carezze, baci.
Il solo suo pensiero a tenerlo in vita era
per la sua Yinny che in qualche parte
dell'oceano lo desiderava e lo aspettava.
Passarono nella sua mente i fotogrammi
dei momenti trascorsi con lei, librandosi
sulle note di un valzer viennese e scambiandosi
sorrisi di approvazione e di gioia in un
sincronismo perfetto.
Ora tutto questo non esiste più.
No volevano liberarlo. Il suo mantello
di piume aveva ritrovato il suo antico
splendore ma il cuore lentamente si
spegneva.
Attendeva, come nelle favole, che una
fatina del Mare lo venisse a liberare.
E Alin credeva nelle favole.