I premio letterario "Una perla per l'oceano"

La vendemmia

(Quaranta Enzo)


L’alba irrompe tra i filari.
Sembrano incastonati di diamanti,
i pampini ricoperti di rugiada.
E’ lieve il passo dei contadini,
pronti a raccogliere il nettare degli Dei.
Il sole pallido e sorridente
dona luce al paesaggio
fatto di un diluvio di colori.
Sale dalle viscere della terra
un sordo e cupo suono
che cadenza il ritmo delle forbici.
Un suono che penetra nelle vene,
come fuoco riscalda il sangue,
batte nella testa, costante, possente, vorace,
come morso di tarantola.
L’aria fresca profuma di sapori antichi,
mielosi come l’uva,
agri come il cotogno,
amari come la rucola.
Le donne cantano e preparano il pranzo,
mentre curvi gli uomini, tagliano l’uva.
Si alza papà e con le mani bagnate di mosto,
si asciuga il sudore che gronda
nei solchi profondi nella sua fronte.
Una goccia sfugge alla mano,
e, impertinente, corre sul suo viso,
fino a bagnare le sue labbra secche.
Dopo tanto sacrificio e fatica,
oggi anche il sudore,
ha finalmente un dolce sapore.
Il tramonto segna la fine di una lunga giornata,
si danza e canta in una ritrovata armonia
con la amata e prolifica terra.
Sotto l’albero del fico
sosta il nonno stanco e sorridente
che sereno attende l’arrivo della fine.
Seduto su una pietra,
incornicio questa scena
che indelebile sarà radice della mia vita.