Il sogno più bello |
C'era sempre il lume azzurro sul comodino la notte. Rimaneva acceso fino al mattino. Nel ripiano i libri di favole. Cominciavo a sfogliarne uno, a leggere e a viaggiare in mondi incantevoli di fate, di stelle e splendide galassie lontane. Una strana nostalgia di melodie d'arpa e flauti. Era un addormentarmi così, con il libro fra le mani e con la speranza di sentire i passi di mio padre rientrare a casa la sera e il suo tenero bacio della buonanotte. Poi la luce del sole al mattino entrava festosa dalla finestra. Amavo svegliarmi con la luce intensa che rischiara la penombra della stanza. Il sole illuminava e ancora illumina i miei sogni della notte e li tiene vivi e brillanti. I sogni di una bambina riflessiva ma anche attenta e curiosa, quelli ora di una donna che ama e ha sempre amato, sempre in attesa di un sussurro di vento, di un piccolo dono, d'un gesto affettuoso. E quelle carezze mai dimenticate, il tepore degli abbracci notturni nel chiarore della luna e il respiro delle rose umide di fresca rugiada. Cercavo un volto conosciuto e amato, il tuo volto. Lo cercavo sempre tra le righe delle favole, nei ritagli di giornale, nei dipinti, per le vie della città. Istanti colti d'improvviso, malinconiche gocce scintillanti di pioggia sulla via, un grande amore. Era il volto di un uomo gentile e premuroso, lo spirito di un guerriero valoroso, un nobile cavaliere che mi attendeva sulla sponda del mare su quella terra rigogliosa di corolle e di frutti. Certa di quell'amore profondo, indelebile e sacro, sentivo che ancora mi amava come io l'amavo. Un ricordo, un sogno, una visione indefinita. Sapevo che c'eri, da sempre in me, come una presenza lieve di fiamma, un profumo di fiori improvviso, un fruscio di veli, il canto mattiniero degli usignoli, piccole piume e luminosi dettagli. E quelle lettere, le tue lettere raccolte in un nastro di seta rossa. Uno scrigno prezioso e segreto dove attingere ancora dolcezza nell'incantevole suono di un carillon. Le cercavo nei cassetti dei mobili antichi della casa dei nonni per stringerle sul seno, antica e preziosa essenza, nel sussulto del cuore, eco d'un richiamo. Dovevano essere in qualche posto, solo per me, per sempre testimonianza del nostro amore. E allora vaga e assorta ritornavo a leggere le fiabe, a guardare le immagini dei giornali cercandoti in ogni angolo remoto. Così ogni notte, tra i bagliori di arcane memorie, sulla traccia del tempo per ritornare da te: il tuo sorriso fiero e luminoso, le tue mani fra i miei capelli, sui miei fianchi, su quelle distese fiorite di sole e rive di sabbie bianche. I tuoi baci lunghi, dolci e appassionati ancora, là dove il mare si fonde con il suo cielo, s'inebria e si colora d'amore. Dove l'alba del nuovo giorno appare gaia, generosa di vita e radiosa d'immenso. E finalmente incontrarti in un sogno vero che s'avvera. Vestita solo del tuo sguardo innamorato, fra le tue braccia, nel nostro giaciglio intessuto di stelle, fragrante d'emozioni, imbevuto di passione. Il mio sogno più bello, il sogno dei sogni. Il sogno di te, di noi, insieme. |