a cura di Massimo Massa

Recensioni

Mirella Musicco

Quante volte ci siamo inseguiti senza raccoglierci e quante altre volte ancora non abbiamo compreso la presunta normalità; eppure ci hanno insegnato così bene le regole da percorrere per non essere dissimili e sentirci meno soli. Ritrovarsi e riflettersi sono i sentieri suggeriti da Nicola Crippa che, prendendoci per mano, indica il percorso per riscoprire "la linfa della vita"; non è mai tardi per trovare risposte che a volte incateniamo con la nostra cecità. Leggendosi si arriva a comprendere e Nicola accompagna le parole in modo magistralmente semplice nella spiritualità, facendo scegliere a noi se è mera illusione o realtà dipinta dal mondo delle favole.

Riflettersi è " un augurio e una proposta: quella di quel "ruminare"tanto invocato da uno dei filosofi che più ci ha influenzato e che più amiamo: F. Nietzsche". La musica, che conduce i testi, quindici divisi tra poesie e racconti brevi, è una base musicale composta ad hoc da Jayananda e dagli altri artisti che gravitano intorno al collettivo Zorba; musiche composte per arrivare nell'anima del lettore.

Celestino Sifulino, uno sei suoi racconti, è il mondo bambino che ognuno di noi nasconde così bene che risulta poi difficile rinvenire. Catturato, consente di guardare tutto con una purezza che si dilegua dinanzi al mondo adulto, meravigliando la nostra psiche dell'esistenza di una parte di noi che non è mai sola, pronta a rincorrersi con l'allegria e la fiducia dell'infante.
Viaggi, percorsi, scoperte, sono la parte centrale del suo sguardo " A piedi nudi nella Terra", una poesia che squarcia l'inverosimile realtà, il nostro esilio osannato dopo aver barattato i sogni con la futilità.
Ed è forse per questo, spalancando gli occhi al vuoto inesploso, che perquisiamo tutti gli anfratti della nostra anima per rinvenire il perché del motivo " ... si cerca l'amore ...", ritrovandolo nella nostra innata voglia di annullare il baratro di spazi sempre più vuoti di piacere interiore. Noi, eterni pellegrini d'emozioni, vorremmo non fosse sogno quel sentimento unico reso a pochi, per sentirci un po' come "Alice" nella sua poesia: con occhi che " ... ci sognano nel baccano della felicità".

Liberarsi del peso del fatuo per assaporare l'essenziale è la saggezza ripresa dall'Autore in tutti i suoi scritti, per divenire ponte di "Primavera" o magia.
L' aurea, l'energia, la danza e il fuoco, sottendono la gioia dell'amore, intarsiata come madre dell'esistenza, del Cosmo e della vita, e di tale dono Nicola ripercorre la verità, che è la verità di chi rivendica la libertà di essere. Nel "Il profumo di Maria" la parola, infatti, si spoglia dalle ipocrisie e abbraccia con fermezza l'amore universale, scevro da identità precostituite e colmo di evocazioni intrise in una fragranza tanto intensa quanto il cielo, l'alfa e l'omega dell'esistenza.

Vedere in se stessi è questo ciò che ci offre l'Autore, dandoci la possibilità di afferrare la parte di noi dispersa senza alcun velo di utopia!