
Il Viaggio
Maria Teresa Infante
L'Oceano nell'Anima Edizioni
collana editoriale: Iris
Poesia
anno di pubblicaz.: 2016
codice isbn: 978-88-941670-2-3
prezzo di copertina: 15.00
Sinossi
Il Viaggio è perenne, non ha una mèta definitiva, ma soste, con destinazione che sposta continuamente il confine dal divenire della razionalità, nel bisogno di espandersi di inglobare il quantico, senza perdere di vista se stessi.
Ogni tappa riporta al punto di partenza, alla casa, a noi, anche se l'arredo non sarà più lo stesso.
Nel Viaggio, fondamentali sono le pause tra gli spazi che attraversiamo, per colmare e conciliare gli estremi, amalgamarli fra loro, rendendoli parte di uno stesso sistema, in cui gli antagonisti si completano originando flussi di energie e conoscenze.
La Sconosciuta è la Porta che apre al cammino, per sua stessa esigenza, per fondere il silenzio al verbo, la carne all'anima, l'interno all'esterno, in cui il dubbio diventa creta tra le dita della ragione. (...)
L'autrice
Dice dell'autore...
La chiave della vita è il viaggio, sia esso fisico, con il corpo, che psichico, con la mente e con l'anima. Il titolo della silloge di Maria Teresa Infante nasce senza dubbio dalla volontà dell'autrice di perseguire un esercizio interiore di tolleranza, pazienza e coraggio alla ricerca della libertà dalle catene per incontrar se stessa.
Non posso far altro che intraprendere il cammino nella lettura di questo libro che si preannuncia interessante e augurare alla scrittrice di scoprire le mille forme di osservazione della realtà attraverso la parola per sentirsi viva in questo mondo.
Fernando Val Garijo
Professore Ordinario della UNED,
Facultad de Derecho Internacional Público
Dice dell'autore...
Parlare del "Viaggio" è tremendamente semplice e incredibilmente difficile a causa dell'idea del viaggio che subito si associa al sostantivo.
Immediatamente si va oltre al significato puramente materiale e assume connotati ideali che da sempre hanno permeato la letteratura umana.
Spesso e soprattutto per me, forse anche per la mia professione di medico, più che pensieri riferiti all'avventura, stimola riflessioni legate in qualche maniera alla nostalgia, neologismo che si rifà al greco ma che in francese suona come «mal dupays» e in tedesco «Heimweh» (letteralmente dolore per la casa).
Dal lungo viaggio biblico dell'Umanità cacciata dall'Eden, fino all'Ulisse di J. Joyce, passando ovviamente attraverso il grande libro in cui è scolpito il DNA della nostra cultura ellenistica occidentale, l'Odissea, di Omero.
Itaca, come l'Eden perduto della Bibbia; oppure come tutte le persone che si possono incontrare in un giorno, ma che in sostanza non sono che un viaggio nel nostro processo cognitivo in cui la velocità del narrante ripristina l'assenza del tempo al cospetto della conoscenza. (...)
Gilberto Vergoni
Poeta, medico chirurgo