La gattara

Loro non han capito sono severi
se ne stava seduta lì, tutta sola
imbacuccata con le vesti di stracci
e con la voce roca chiamava i suoi micini
dava lor da mangiare
un pò di pane e del cibo
rimanenza della sua stessa misera cena
la chiamavan la gattara del quartiere
e i gatti li aveva tutti lei
 
Si muoveva dondolando
con indosso le ciabatte
con una misera cuffietta di lana rinsecchita
tutti quanti i gattini le stavano intorno
la annusavano strofinandosi a lei
ed anche lei non profumava di lavanda
 
Era sporca e maleodorante
sorrideva con un sorriso senza denti
dentro la sua testa un pò matta era felice
combatteva ogni giorno una grande battaglia
con le voci del suo penoso passato
 
Fiera e coraggiosa
non ascoltava nessuno al suo dovere di gattara
stava tutto il giorno coi suoi amati gatti che la coccolavano
col loro miao miao
 
Ma di gatti c'è nè furon troppi
aumentavano di giorno in giorno
il vicinato stanco
della sporcizia e del puzzo
chiamò il 118 
 
La gattara
così rimase tutta sola
seduta su un gradino
privata dei suoi amori ad aspettar
qualche micetto che le faceva le fusa.
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20-01-2015 Vieni Rita Ogni quartiere ha chi raccoglie per pietà gatti randagi o cani, figure solitarie che parlano e raccontano se stessi mentre guardano le solitudini dei randagi. Spesso è una denotazione in una comparazione di equilibri.
20-01-2015 Redazione Oceano Intervenire in nome del decoro pubblico a volte è un’arma a doppio taglio, perché aumenta il degrado interiore e non pone alternative di reinserimento sociale.
La figura della gattara trasandata e sola avrebbe certo trovato uno spazio dignitoso come volontaria in un gattile pubblico, perché privarla della compagnia di quei gattini con cui aveva intessuto una relazione fatta di attese e carezze?
L’autrice riporta uno spaccato dell’attuale indifferenza
20-01-2015 Catania Rosaria Chi non ha un ricorda di una gattara nel suo paese

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Pubblicata il 17-01-2015

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