Rammento
Rammento, nel monotono sussurro d'un refolo di vento, nell'ozio soffocante che tutto opprime e nell'eterno susseguirsi di giorni e di stagioni, fresco e terso quello sguardo di fanciulla rapito da fiabe al sapore di fragola e zenzero. Che n'è stato dei sospiri di velluto, delle fate dalle ali di cristallo che leggiadre danzavan gemelle, quasi farfalle tra cielo e zucchero filato? E le notti di stelle e lune dai baci soffici, rosate reminiscenze, angeli dal sorriso mai spento... Dite... che n'è stato? Nulla, o forse tutto celato come perla, protetto nel guscio di un rimpianto
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