Olga
Olga ora sapeva; conosceva la verità, maledetto amico bastardo, non si era accorto del mostro che lei cresceva nel suo cervello? Ora tutto si spiegava, i suoi sbalzi d’umore, le sue fobie spinte all’eccesso, quel suo non sapere amare, quell’essere sempre contro corrente .. e quel maledetto suo amico, indossava il camice bianco usurpando un sapere non conosciuto? Ora Olga avrebbe voluto averlo di fronte in carne e ossa e gridargli tutta la sua rabbia, ora era tardi per qualsiasi intervento, ora, Olga doveva solo attendere l’oblio dei giorni suoi. E un dolore immenso le cresceva dentro, non essere riuscita a completare il suo sogno, lei si chiedeva se fosse un sogno reale, se fosse davvero il suo desiderio... o era solo il Mostro che cresceva in lei, Mostro che imperava e ordinava ogni suo gesto, ogni suo pensiero. Forse quel suo grande sogno, nato così all’improvviso, evoluto in maniera abnorme e veloce fosse solo il Mostro travestito? In effetti sogno e Mostro erano nati nello stesso periodo, erano cresciuti insieme, insieme scandivano ogni suo attimo. Olga sarebbe andata avanti sempre a testa alta, avrebbe affrontato tutto con la sua solita determinazione, anche la Morte sarebbe stata la benvenuta, lei era stanca di trascinarsi senza comprendere fino in fondo il suo tempo e il suo spazio e sapeva. Oggi sapeva che quel suo non comprendere era solo il Mostro che cresceva, che si nutriva della sua anima. Certo avrebbe vissuto combattendo ma era conscia di non sapere se le sue armi fossero reali o erano solo un ologramma costruito dal Mostro per avere vittoria sicura. Sognava Olga di poter entrare con le mani nella sua testa ed estirpare quella maledetta massa che cresceva nel suo cervello, sapeva di non poterlo fare, sconfitta e umiliata sedeva fissando il vuoto mentre tutta la sua vita le scorreva davanti come in una grande moviola, mentre le sue dita battevano su una tastiera immaginaria la sua opera più grande. Sarebbe stato quel che già fu scritto per lei prima ancora del suo primo vagito.
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13-08-2014 | Redazione Oceano |
Il senso d’impotenza agisce nei versi, la malattia avanza e distrugge, annienta all’incapacità del pensiero d’estirpare pianta malefica. Eppure esiste! Eppure colpisce! |