Se c'è un'età

(Boccacci Nadia)


Ho il viso che è un trionfo di rughe.
Mi guardo allo specchio e quasi non mi riconosco. Due occhi piccoli, sepolti dalle palpebre cadenti e allungate, luccicano appannati. Hanno perso tutto lo splendore di un tempo, risucchiati dal peso della vita, ma brillano ancora, nel silenzio di un volto sorridente e pacato.
Ottantaquattro anni.
Non sono uno scherzo.
Li conto perplessa e mi accorgo di non aver mai pensato a quanti siano in realtà…
Me li sento proprio tutti addosso, l’uno sopra l’altro e ho l’impressione che il mio corpo sia curvo sotto il loro peso: acciaccato, traballante, a tratti lacerato.
Mi muovo con difficoltà e senza alcuna energia, ma dentro di me c’è ancora la scintilla della vita, che arde e brilla con forza e continuità.
Non sono sola.
Accanto a me c’è lui, con l’apparecchio acustico e i capelli bianchi, l’andatura incerta e il sorriso nello sguardo. Parla e gesticola, ha la voce fievole, ora, a tratti roca, che però non ha perso del tutto l’energia di un tempo. Macchie scure sulle mani rugose tingono la sua pelle chiara, ma gli occhi cerulei mantengono il soffio della vita: solari e sorridenti, ancora luccicano di me.
Mi ama tuttora, non solo di affetto e di abitudine, di amore vero.
Sento il suo sguardo che mi avvolge, dolce e dorato, mentre mi dice:- Sei la donna più bella del mondo, nell’ aspetto e nel cuore.-
Sorrido dentro di me, mentre le sue parole affettuose mi accarezzano leggiadre.
Non sono più bella, lo so da tempo, ormai, ma per lui lo sono ancora e lo sarò per sempre.
Non lo dice per dire. Lo sente nel profondo, mi vede con gli occhi dell’amore.
Dopo più di sessant' anni insieme sa ancora sorprendermi con la sua dolcezza.
A tavola mi versa l’acqua nel bicchiere e divide la mela con me.
Non la mangia neanche lui, se dico che non mi va.
L’amore che ho per lui mi pervade e mi accompagna . Non sono mai sola. Lui è con me anche quando non c’è. Mi è vicino sempre.
Era alto e biondo, quando lo sposai, dopo un fidanzamento breve, che non ci aveva permesso di conoscerci veramente.
Mi piaceva tanto quando lo vedevo nella piazza del paese, da lontano, mentre passavo con mia madre o con mia sorella. E lui si voltava verso di me.
Mi accompagnava con lo sguardo dolce e complice ed era già con me, nel cuore e nell’ anima, compagno di vita. Allora non lo sapevo, ma sarebbe stato per sempre.
Siamo stati solo noi due, in tutti questi anni.
La natura non è stata generosa con noi, non ci ha concesso la gioia di generare la vita, ma ci ha regalato un amore reciproco, dolce e profondo, radicato in noi in modo indescrivibile. Ci ha tolto qualcosa, ma ci ha dato altro.
E ci ha reso una sola cosa, benché fossimo due esseri distinti. Siamo stati una coppia, nel senso vero e proprio del termine, non due persone.

Era bello il giorno del nostro matrimonio, con i capelli impomatati e l’abito scuro.
E un guizzo di piacere nello sguardo.
Ci sposammo di mattina presto, perché non eravamo abbastanza ricchi da poterci permettere un pranzo di ricevimento, ma eravamo felici e pulsanti di gioia autentica.
Optammo per un’elegante colazione cui parteciparono i numerosi invitati.
Fu un giorno straordinario e memorabile, fatto di mille dettagli dolcissimi che si stamparono dentro di noi, in un ricordo indelebile.
Era bello nell’ animo, oltre che nell’ aspetto, allora come ora.
Credo che sia l’uomo più generoso che abbia mai conosciuto, non solo con me, ma col prossimo in generale.

Ha sempre supportato con gioia chiunque ne avesse bisogno, sia allora, che aveva energia da vendere, che adesso, molto più stanco e traballante, ma con qualche soldo in più in tasca, frutto di una vita di lavoro.
Siamo stati bene insieme.
Nella dolcezza di un abbraccio e nella gioia della condivisione di tutto.
Siamo stati a stretto contatto quotidiano, neanche il lavoro ci ha diviso.
Per quasi cinquant’ anni abbiamo avuto un negozio di generi alimentari, in pieno centro, nella piazza principale del paese, in un piccolo fondo posto sotto la nostra casa.
È stato bellissimo condividere la vita in modo totale.
A qualcuno può essere sembrato un rapporto troppo stretto ed esclusivo, ma per me è stata una cosa meravigliosa.
L’amore è una cosa meravigliosa.
Ed io ho avuto l’onore è il piacere di conoscere questo sentimento a pieno, per tutta la vita.

Ho tremato quando un infarto ha cercato di portarmelo via, qualche anno fa, quando il filo sottile dell’esistenza poteva essere tagliato di netto, senza che nessuno se ne accorgesse, senza portare danno alcuno…solo un ennesimo vecchio che se ne andava per sempre.
Ma non per me.
Lui accasciato sul tavolo in cucina, il dolore al braccio, la telefonata, l’ambulanza, la corsa in ospedale, l’intervento. E in me la paura, i medici che mi guardavano con aria di circostanza. Parole vere e dure al contempo pronunciate in una sorta di sussurro:- Facciamo il possibile, ma la situazione è grave…e poi c’è l’età.-
Per loro era solo un ottantacinquenne che rischiava di perdere la vita. Niente di più.
Per me era il mondo che stava per perdere la luce. Tutto qui.
Ma anche questa volta non sono stata tradita dal suo amore. Lui non si è fatto portare via, ha lottato ed è rimasto con me.
Ci è voluto molto a tornare alla normalità, ma lentamente, senza fretta, con la gioia nel cuore e nel sorriso, ce l’abbiamo fatta.
Io accanto a lui, sempre. Anche quando i medici mi volevano mandare via, probabilmente perché temevano che potessi sentirmi male io stessa, così anziana e fragile… anche quando temevo che stesse volando via per sempre, al confine tra la luce e il buio, io ero lì, vicino a lui, la mia mano nella sua e il mio cuore suo per sempre.
Avevo rischiato anch’ io, qualche anno prima, di tradirlo e lasciarlo solo in questo mondo, per viaggiare verso un altro, mio malgrado. Mi sono ammalata all ’improvviso di un male oscuro che mi ha incollato all ’ospedale per molto tempo, mentre lui mi sorreggeva e viveva per me.
Ho sofferto a lungo, nel fisico e nell’ animo, soprattutto per il dolore di vederlo soffrire.
Ma poi il mio amore per lui e per la vita mi hanno aiutato a sconfiggere la morte e non me ne sono andata.
E sono rinata, guarita, risorta. Tornata al vivere quotidiano e meraviglioso, fatto di slancio e premure, di abitudini e di affetto dolcissimo.
Ho percorso la via della guarigione e sono tornata tra le sue braccia, più felice di prima.

Abbiamo festeggiato le nozze d’argento, d’oro e di diamante, nel corso della vita.
Gli anni si sono rincorsi festanti, gli uni dietro gli altri, e ci hanno trovato sempre al solito posto, insieme, col sorriso sulle labbra e nel cuore.
Abbiamo lottato contro le avversità della vita, sempre in due, in un abbraccio forte e armonioso e ogni volta le abbiamo sconfitte, insieme, perché si sa, l’unione fa la forza. E l’amore è il motore di ogni cosa.
Il vero amore è una quiete accesa.
Oggi sono felice e se mi guardo indietro nel tempo non posso che ritenermi una donna fortunata.
Non è da tutti condividere la vita in modo così intenso, lo so bene. Sono consapevole del dono che mi è stato fatto dall’ alto. E me lo sono tenuta stretto, per il timore di perderlo.
So di essere arrivata ormai verso la parte finale del percorso, ma non ho paura.
Accetto con tranquillità lo spegnersi della vita in sé, non pretendo che debba ardere ancora per molto. L’ho vissuta con entusiasmo, facendo tesoro di ogni attimo che mi ha regalato; ho saputo cogliere e assaporare i dettagli, che spesso illuminano il buio della routine e ho gioito delle piccole grandi cose, ogni volta, pronta a lasciarmi inebriare dal profumo delle emozioni.
So che la parola fine sta per essere scritta, il traguardo è prossimo ed io lo aspetto, con lui, con serena rassegnazione.
Non ho che un desiderio, ora. Quello di morire insieme.
Vorrei che accadesse nello stesso attimo, nel silenzio di un sospiro.
Vorrei che la morte rispecchiasse la vita e si vestisse di noi nell’ abbraccio di un momento infinito.
Non chiedo altro. Ma so che forse chiedo l’impossibile.
Sarebbe la cosa più bella.
Abbiamo fatto tutto insieme nella vita, non sapremmo continuare questo cammino da soli, neanche per un momento. Spogliati l’uno dell’altra moriremmo dentro e sarebbe uno spegnersi lentamente e dolorosamente.
La vita ci ha fatto un dono immenso, regalandoci l’uno all’ altra.
La morte non può far altro che portarci via insieme, al di là della luce, nel mistero dello spazio e del tempo dove tutto è e non è, al confine del sogno.