Metempsicosi |
Mordere la stazione sul lato dell'assenza come nodo sfrenato tra le solitudini come vocale di legno che si intromette tra la lingua come sillaba del tempo che disperde la nostra bocca. Toccare inevitabilmente i rilievi impronunciabili della notte il guscio di un cielo perso tra gli occhi tra i rumori della fortuna che scrive una barca verde. Vendere l'ultimo tratto di polvere dove volano i ricordi. Scalare un muro verso il fondo della terra come immagine inesistente di una landa di angosce dove abitano i sapori che accarezzano le cosce. Cercare l'esilio della luna che orbita nella dimenticanza mentre vivono i battiti di una stanza che si chiude ed il mio letto è una tomba che si riempie di colombe. |