I suoni delle mie stagioni |
I suoni delle mie stagioni Mi cattura un senso d’autunno, forse d’inverno, un ricordo che vorrebbe essere suono leggero di castagne allegre, uva, figurine di pane e coriandoli dolci di panna e amarene; un’anima di vento che potrebbe spannare le note sottili di quella corte affettuosa al mulino del presente celata feconda armonia di scoperte, parole, volti, visuali impaludati o dispersi in un tempo da nulla. Ma non suona più la fisarmonica vissuta da mio padre la paura delle mie mani bambine tra ciliegie prese al di là del cancello; il vigore sano di quel fiume che spumava sui sassi rassicuranti e il capriccio biancazzurro dei fiori a inventare incroci di candore e bellezza. Qui è ora di profili arroccati tra prospettive straniere, di gomiti e minuti invisi alle stelle come i miei sogni indistinti granelli nelle panie di un sordo cammino. Ci sono accordi sbagliati nello spartito del mio destino che reca nostalgie e assenze all’ultim’ora del giorno sotto un cielo che risuona, quasi estremo. La sera smaglia l’ultima sua voce. S’incantuccia il mio respiro e chiama compagnia. Ritrova la speranza in prossime stagioni sulla battigia del penultimo pensiero. |