I suoni delle mie stagioni

(Mandia Giuseppe)


I suoni delle mie stagioni

Mi cattura un senso d’autunno, forse d’inverno,
un ricordo che vorrebbe essere suono leggero
di castagne allegre, uva, figurine di pane
e coriandoli dolci di panna e amarene;
un’anima di vento che potrebbe spannare
le note sottili di quella corte affettuosa
al mulino del presente celata
feconda armonia di scoperte, parole, volti, visuali
impaludati o dispersi in un tempo da nulla.

Ma non suona più la fisarmonica vissuta da mio padre
la paura delle mie mani bambine
tra ciliegie prese al di là del cancello;
il vigore sano di quel fiume che spumava
sui sassi rassicuranti e il capriccio biancazzurro
dei fiori a inventare incroci di candore e bellezza.

Qui è ora di profili arroccati
tra prospettive straniere, di gomiti e minuti
invisi alle stelle come i miei sogni
indistinti granelli nelle panie di un sordo cammino.

Ci sono accordi sbagliati nello spartito del mio destino
che reca nostalgie e assenze all’ultim’ora del giorno
sotto un cielo che risuona, quasi estremo.

La sera smaglia l’ultima sua voce.
S’incantuccia il mio respiro e chiama compagnia.
Ritrova la speranza in prossime stagioni
sulla battigia del penultimo pensiero.