Dove passano i soli ardenti

(Gallace Rosy)


Una preghiera lenta si alza verso il cielo
invocando il Dio di tutti che pare non sentire.
Qui sulla terra dove tu cammini
tra gli equinozi che non ti fan capire
in quali stagioni stai vivendo,
mentre gli alberi si spogliano e la luce si fa tenue.
Cammini sulla terra rossa senza scarpe
tra i sassi e lamiere di un sentiero minato,
e la paura divampa la tua anima.
Quando l’ultima luce del giorno lascerà l’ultimo chiarore
per incontrare quello della luna e delle stelle,
nessuna campana suonerà per te gli ultimi rintocchi.
Corri lontano dalle grida anche se il vento ti rincorre
sibilando lamenti di uomini straziati in un cielo scolorito.
Sotto il tuo manto di porpora
tra i soli ardenti nel silenzio di un deserto
la corda stretta al collo, la falce
gioca il poco tempo che ti resta,
sibili una preghiera come una nenia e
confondi lo sguardo tra le ombre della solitudine.
Con le tue ali di Icaro cerchi l’ombra
prima di addormentarti per sempre.
Ora tutto si è compiuto.
Si è alzato forte il vento portando via
tra la tempesta di sabbia le urla e il dolore.
Più lontano il silenzio flagella l’anima di una madre
che più non può aspettarti
neanche un sasso sul quale scrivere il tuo nome e
sul quale raccogliere le lacrime.
Si spegne la lampada senza più olio e calano le tenebre
su quella terra rossa dove passano i soli ardenti
dove un alito di vita più non conta e si perde
tra la sabbia portata via dal vento in un cielo
dove la luce non ha più colore
ma il Dio di tutti raccoglierà per te
l’ultimo tuo respiro.

(dedicata ai condannati in Syria)