Intreccio d’anima |
Mi tramutai in pietra negli avvallamenti di versi tra finte mosse e sorrisi inesistenti. Sorvolò una carezza manto destriero si diresse un dolce cavaliere che ornò il tuo sentire. Fiore perpetuo scivola sull’arcate pelle brividi scavano l’epidermide soggiogami ora che la luna illumina la finestra. Posati sui salmastri occhi che navigano negli oceani infiniti. Divieni la stella che illuminerà le notti, adagiati sull’epidermide, i tuoi vulcani s’innalzano alla luna, il fuoco attizza lingue scivolano nei stretti promontori, sudici lenzuola nell’amplesso dei corpi, intrecciate radici si diradano nella terra nell’eterno abbraccio, ora che sei la mia radice nutrimi nell’essenza divina. Apri mio fiore il sentore della tua rea bellezza, ‘o mio candore tu che sei rugiada della mia alba ti aspetterò in quell’orizzonte dove i due poli si toccheranno, nella luce dei tuoi occhi diverrà la nuova alba. |