Intreccio d’anima

(Benatti Graziella)


Mi tramutai in pietra
negli avvallamenti di versi
tra finte mosse e sorrisi inesistenti.

Sorvolò una carezza
manto destriero
si diresse un dolce cavaliere
che ornò il tuo sentire.

Fiore perpetuo
scivola sull’arcate pelle
brividi scavano l’epidermide
soggiogami ora
che la luna illumina la finestra.

Posati sui salmastri occhi
che navigano negli oceani infiniti.

Divieni la stella
che illuminerà le notti,
adagiati sull’epidermide,
i tuoi vulcani s’innalzano alla luna,
il fuoco attizza lingue
scivolano nei stretti promontori,
sudici lenzuola
nell’amplesso dei corpi,
intrecciate radici
si diradano nella terra
nell’eterno abbraccio,
ora che sei la mia radice
nutrimi nell’essenza divina.

Apri mio fiore
il sentore della tua rea bellezza,
‘o mio candore tu che sei
rugiada della mia alba
ti aspetterò in quell’orizzonte
dove i due poli si toccheranno,
nella luce dei tuoi occhi
diverrà la nuova alba.