I gradini dei ricordi |
Non mi sono mai rassegnato ai luoghi perduti nelle nebbie vaganti, al tempo che perde memoria nei groppi di vento annidati tra i muri delle case. I giorni amati palpitano tra muffe e polvere di tarli, miriadi d’emozioni sedimentano negli spazi segreti con le nubi in corsa sotto la luna. Sotto gli irmici ispessiti di candore più non piango la solitudine che rugge nei brevi sospiri, negli occhi erranti su spiccioli di vita intessuti col fitto ordito e riposti nella vecchia cassapanca. Lo so, hanno perduto sapore i canti, i sogni appuntati al cielo, le nenie di mamme assonnate a notte. Or lentamente fiocca e tutto luccica come trama d’argento. La storia sopravvive e fa bella mostra di sé nel dolore acuto che scandaglia al buio ogni immoto angolo dell’ abbaino. Non mi sono mai rassegnato e richiudo lentamente la porta del cuore. Mentre la neve sui coppi scandisce i battiti, pian piano discendo i gradini dei ricordi. |