La radice e il fiore
Gelide trascorrono le ore notturne come cavalli bradi portate dal vento di borea le nuvole se ne vanno. Complice d'abbandono la luce di un lampione filtra nella stanza si posa dolce sugli occhi umidi come un bacio di un lontano amore. Dicevi che era l'ora delle fate quando niente o nessuno è poi così lontano. Mi appartiene ormai la solitudine il tedio di gesti e parole ripetute come un mantra. Non sogno più ho già speso le parole e tutte le mie lacrime contro quel cielo di cristallo che in una notte di giugno è andato in frantumi. Unica certezza in questo mesto andare verso una foce ricca di detriti è che tu ....e tu soltanto eri il soffio di vita quella radice timida e operosa sotto la terra scura. Ma come ogni erba o fiore l'ho capito troppo tardi quando la vita ingrata ha operato la dolorosa potatura. Tu ora mi appari bellissima e mi resti vicina nel chiarore di quest'alba pallida come profilo di Madonna la testa bianca di luna poggiata sulla trina . Una dolce nostalgia mi prende alla gola. Aiutami se puoi e non aver paura.
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