Chi sono? Vorrei tanto rispondere con le parole di Rodolfo, da La Boheme di Puccini:
Chi son? Sono un poeta! Che cosa faccio? Scrivo? E come vivo? Vivo. In povertà mia lieta, scialo da gran
signore rime ed inni d'amore. Per sogni, per chimere e per castelli in aria l'anima ho milionaria!

Mi chiamo Salvo Angrisani e sono nato nella Partenope città dalle Mille Chiese, città di poesia e musica 
(Napoli) nell'Agosto 1989. Sono cresciuto in questa splendida cittadina di mare dove l'inverno non arriva
mai davvero e dove ad ogni angolo si respira una brezza salata, a patto che non giunga un poderoso maestrale
a schiaffeggiare tutti e colorare di un minaccioso nero le onde che si infrangono sui bastioni del golfo.
Nel 2008 a soli 19 anni, come per incanto, ho incontrato le parole e la voglia di mettere su carta sensazioni,
emozioni e desideri a volte nascosti anche a me stesso. Mi ritrovo oggi in tasca i miei 27 anni, scrivo
ancora. Ho imparato che la vita non è una pellicola di un film che avvolgi e rimandi indietro per poter
riparare agli errori. In questa vita che vivo non posso cancellare o tornare indietro, oppure ripensare a
quello che ho detto per poi magari correggerlo. Allora ecco che da bravo cantastorie, fedele a me stesso,
scrivo. Scrivo per riprendermi la rivincita sulle parole. Per raccontare come sarebbe andata se avessi
scelto quelle giuste...
Sono innamorato di Max, ballerino ed insegnante che mi ha rubato il cuore e ha fatto sì che mettessi le mie
radici a mollo in questa bizzarra cità, Milano. Non c'è molto da dire su di me. Sono un ragazzo (fino a che
età è lecito definirsi tali?) nato in un giorno buffo: il 24 Agosto 1989. E forse questo ha inciso in qualche
modo sulla mia persona. Sono un disastro. I miei difetti sono assai più numerosi dei miei pregi, per questo
scrivo. Posso inventare persone migliori di me: più belle, più coraggiose, più dotate, più intelligenti.
E far vivere loro tutte le avventure e le vite che io non vivrà. E per lo stesso motivo amo leggere dacchè
ho imparato lìalfabeto.
Ci sono libri che ho letto una vita fa che sono ancora stampati nella mia mente, autori cari più dei parenti,
personaggi che mi hanno fatto piangere e soffrire e che non posso lasciar andare. Credo che il mio difetto
peggiore sia l'insicurezza che fin dalla più giovane età ha minato la mia esistenza. La paura di non essere
abbastanza mi ha fatto scegliere un percorso di studi completamente errato per me, per questo, per
moltissimi anni, ho dedicato tempo ed energie a cose che non mi interessavano affatto, o peggio, che
addirittura detestavo. Ho svolto molti lavori, ma il più bello è quello attuale: Ballare Flamenco.
Questa è la mia dimensione. Non c'è soddisfazione più grande per me di una serata dove si balla e si beve...
inneggiando la vita. Adoro cucinare. Oltre a essere un'attività per me molto divertente. È una costante
manifestazione di ciò in cui credo.
Altra componente fondamentale della mia vita è la musica. La Musica. Quella che solo il genio di alcuni
esseri magici ha saputo donarci. Quella mistica forma d'arte che è viva, pulsante, che si deve ricreare
ogni volta, non come un quadro o una statua che una volta finiti restano immutabili.
La musica di cui parlo io è quella che necessita di altrettanti geni dotati di talento, capacità e 
perseveranza che hanno a lei dedicato la loro esistenza e che con la magia delle loro dita riportano in vita
i capolavori dei grandi compositori. Tchaikovsky, Mahler, Brahms, Dvorak, Puccini, Verdi, Debussy non potrei
vivere senza di loro. Ho l'immensa fortuna di aver sposato uno di questi geni che mi ha mostrato i retroscena
di un mondo fragile e delicato, che va protetto ad ogni costo, perché niente può donare emozioni come la
musica e… la parola scritta... e il Flamenco.

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