Fame di qualcosa di più

Isomorfi attimi sognati
ma nascosti anche al signore
si fissano al di sopra delle palpebre
in un lapalissiano sentire
che ai più è vicino,

ora capisco 
che lo stormire degli alberelli
e le favole che fanno capolino
nei ruscelli non sazia certe voglie.

Capisco l’arrivismo e il perbenismo,
ma a tutto preferisco il cinico
e tondeggiante suono della verità
vomitata con insofferenza sui muri della città.

Tra le menti e i corpi
l'ignoranza regna e segna;
mani e rubicondi visi grotteschi 
che gozzovigliano, la cecità loro
masticando il magro pasto dell'amarezza.
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Pubblicata il 13-11-2012

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Commento dell'autore

Non puoi piacere a tutti 
con la tua azione e la tua arte. 
Rendi giustizia a pochi. 
Piacere a molti è male.