Veglia
Veglia Di palpebre Gusci Racchiudono Gheriglio Del mio pensiero Abbarbicato a te Ti protegge Da spigoli Laminati Puntuti Affannati Tronca Il filo spinato Che strazia Le carni Della tua anima Ingabbiata Ti soccorre L’artiglio Di forbici Acuminate Del volere E forza Ed energia Gemelle Leniscono Gonfie D’amore Di madre Il tuo costato Offeso Lancinante Sento la pena Con manette Avvinte Alle mie mani Inutili Inani Per riserbo Vorrebbero Invece Spaccare Quelle cave Quelle pietre Gravose Con le unghie Per fare Consolazione Spalanco Allora le braccia Per raccogliere Immobile Eco Di brusio Sofferente Mentre La tua tempra D'acciaio Adorata Incitata Ruggisce Giavellotto Per crivellare La sconfitta Di un’ora Che fuggirà Perdente Guaendo Per aver osato Sfidare Il tuo urlo Elegante Di vittoria
data | autore | commento (si può commentare solo se si è loggati) | |
30-05-2014 | Marani Rosanna | Grazie mille Caterina | |
16-11-2013 | Tagliani Caterina | Ricordo molto bene quel giorno d'aprile..il silenzio calato nella sala alla lettura della tua poesia..così..intensa e rileggendola, anche se l'ho letta tante volte…sempre avverto l'alone che la circonda di grazia e di dolore, l'urlo che scorre lentamente fra le righe. | |
04-07-2013 | Marani Rosanna | Grazie mille | |
02-07-2013 | Infante Maria Teresa | Ciao Rosanna, ho avuto il piacere di conoscere e ascoltare questa tua meravigliosa poesia in un giorno ,credo ,indimenticabile per noi ed è ora un piacere poterla rileggere anche nell'Oceano. Un sincero benvenuto a te e alle tue splendide opere. |