Trenta gradini a mare

Trenta gradini a mare.
Tra rena e venti di maestrale,
Tra flora schiacciata sulla duna, 
Spini e ginestre pesanti di sale.

Ho chiuso la valigia,
Con una treccia grigia,
Ho lasciato uno spiraglio,
Luce e vita per il mio bagaglio.

Trenta gradini a mare e poi dovrò partire,
Raccoglierò quei fiori seccati sulla riva,
Non mi volterò,
 E’ l’ora di arrivare,

Trenta gradini a mare, non mi lascerò fermare,
Puoi tendere le mani e dire che mi ami,
L’attesa è terminata, 
Ora è tempo di viaggiare,

Nel mio segreto orto i frutti vanno colti,
Dal pozzo sconosciuto trarrò stille di miele,
Farò del favo aperto celle per parole,
Svestite dal silenzio e battiti perduti.

Ora non parlare,
Non mi far voltare,
Trenta gradini a mare,
E mi vedrai volare.
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20-03-2015 Nenzi Vittoria Grazie Redazione.
20-03-2015 Redazione Oceano Ecco il vento, accarezza le parole del cuore e le eleva a fiamma per riscaldare un verso tra versi che sommati fluttuano, tra le onde in attesa di chi scenderà i trenta gradini a mare.
L’incontro vedrà un dolce sfiorar di membra, un dolce sfiorar di sorrisi melanconici, senza nessuno sguardo oltre il definito vissuto e amato intensamente, senza una lacrima della vita.
18-03-2015 Nenzi Vittoria Grazie Rita. Contenta che yi piaccia, è nata in un soffio.
18-03-2015 Vieni Rita Ora non parlerò, ora ascolterò il soffio di un verso che alita da questa pagina di vita proteso ad accogliere ed a raccogliersi nella sua emozione infinita. Bellissima!