Cosa vuol dire amare

(Cacace Antonietta)


Non ho mai creduto nel destino, in tutte quelle scempiaggini in cui si racconta che due anime son fatte per incontrarsi, sposarsi e stare insieme tutta la vita, o il fatale e ineluttabile colpo di fulmine, e quelle diavolerie romantiche in cui si crogiolano le donne per abbindolare il fesso di turno e rigirarselo come vogliono... sono un uomo con i piedi per terra, pronto a non farsi sfiorare da mani femminili che prima t'accarezzano e poi ti schiaffeggiano buttandoti via come una scarpa vecchia, io le donne le usavo, le usavo e come! Una sola notte mi bastava per conoscerle e dimenticarle il mattino dopo senza alcuno scrupolo.

Non ho mai avuto problemi con loro, e conquistarle non è mai stato complicato, c'è da dire che il mio aspetto mi ha sempre aiutato molto e di avventure me ne sono capitate tante, ma molte volte hanno avuto postumi noiosi e sgradevoli per cui, abbandonando le mie conoscenze reali mi sono buttato a capofitto nel virtuale, usavo facebook per conoscerle, e accuratamente eliminavo quelle libere, troppe complicazioni! Preferivo invece quelle sposate, che non ti creano problemi e che desiderano soltanto brevi avventure senza mettere di mezzo il cuore e l'amore, poi, un giorno mi è venuta un idea, perché non unire l'utile al dilettevole? Conscio del fatto che collezionavo soddisfacentemente incontri su incontri, pensai bene di far fruttare questa mia passione e iniziai a propormi come gigolò, intrapresi questa nuova avventura come un bambino goloso davanti al suo gelato preferito e devo dire che rendeva anche bene, le entrate, unite al mio misero stipendio di precario cominciarono a gonfiarsi e diedi inizio alla mia nuova vita.

Ma si sa, a volte il destino fa strani scherzi, e quello che palesemente è sempre stato il tuo stile di vita diviene tutto a un tratto oggetto di riflessione, valutazione e dubbio. Tutto è cominciato quando una sera, come al solito, seduto davanti al mio computer, ero alla ricerca dell'avventura di turno, proponendogli poi i miei servigi e la mia tariffa; doveva essersi sparsa la voce, perchè la mia bacheca da un po' di giorni, fluttuava di molteplici richieste d'amicizia, messaggi privati e moltissimi link musicali inviatimi da altrettante donne, alcune per ringraziarmi velatamente altre per chiedermi appuntamenti.

Mi saltò agli occhi un commento un tantino sgradevole scritto sotto ad una mia frase in cui mi prendevo gioco dell'amore, era una cosa che avevo pubblicato così senza pensarci, una condivisione che mi era sembrata divertente e che avevo preso da qualcuno, mi si accusava di essere troppo materialista e che un giorno avrei capito anch'io cosa vuol dire soffrire con il cuore, mi diede molto fastidio e stavo per cancellarlo ma volli dare uno sguardo alla persona che l'aveva pubblicato, la sua pagina era accessibile e cominciai a scorrere la bacheca, c'era da immaginarlo, tutte frasi smielate sull'amore, la sofferenza, la tristezza e altre sciocchezze del genere, la mia attenzione passò poi alle foto, ero certo che doveva essere una racchia colei che ostentava cose così stupide, o una frustrata zitella attempata, mi meravigliai invece quando scoprii che l'autrice era una bellissima donna di 35 anni, ritratta in varie pose al mare, in montagna e con gli amici, la curiosità ebbe il sopravvento e passai alle notizie personali, anche quelle visibili, c'era scritto relazione complicata e già questo avrebbe dovuto allontanarmi da lei, invece, non so per quale ragione misteriosa le richiesi l'amicizia.

Non passarono che pochi minuti quando mi arrivò la notifica che la sconosciuta aveva accettato la mia richiesta e me la ritrovai on line, in chat ci andavo spessissimo per coltivare le mie relazioni pubbliche e la vidi immediatamente ma volli aspettare che fosse lei a contattarmi per prima, cosa che con mio disappunto non fece, dopo aver atteso una decina di minuti mi convinsi a scriverle io con un semplice "ciao", lei mi rispose molto dopo, tant'è che avevo già perso le speranze, le scrissi le solite frasi di cortesia: come stai, di dove sei e roba del genere, lei rispondeva laconica senza chiedermi nulla ma scoprii che era di un piccolo paese non molto distante dalla mia città.

Parlammo molto poco, e alla fine lei mi salutò dicendomi che era stanca e sarebbe andata a dormire, la salutai anch'io a malincuore ma mi ripromisi che l'avrei ribeccata al più presto e avremmo parlato di tutt'altro, quella donna mi interessava molto anche se mi rifiutavo d'ammetterlo.

Nel corso di un mese ci sentimmo una decina di volte, e in tutte le occasioni non ebbi mai il tempo né la voglia, di esser sincero, di rivelarle il mio secondo "lavoro", si parlava del più e del meno, lei mi raccontava di come trascorreva le giornate, faceva la segretaria in uno studio notarile, viveva con la sua famiglia e aveva un cane di cui era innamoratissima, aveva la bacheca colma delle sue foto, viveva tutto sommato una vita tranquilla, forse anche troppo per i miei gusti ma a volte mi sorprendevo a invidiarla, in quel suo mondo ben organizzato e sereno, o almeno quella era l'impressione che avevo di lei.

Claudia, questo era il suo nome, non parlava mai di quelli che erano i suoi sentimenti, si limitava a descrivermi la sua giornata tipo o di come fosse il clima in quel determinato periodo, e capitava molto spesso che la conversazione si esauriva dopo poche domande, sembrava come se non avessimo nulla da dirci se non come stai oppure da te oggi fa freddo, e ogni volta che la salutavo mi ripromettevo di essere più prolisso, ma non succedeva mai. Ero sempre molto intraprendente con le mie avventure, specialmente all'inizio di una conoscenza e non riuscivo a capire perché, invece con lei restavo zitto, concedendomi lunghe pause di silenzio, cosa che doveva farle piacere visto che anche lei faceva altrettanto.

Era quasi un mese che non ci sentivamo più, poi una sera la ritrovai in chat e fu lei a salutarmi per prima, più che un saluto mi parve un aggressione, mi disse che aveva saputo da un amica comune quello che facevo, che mi disprezzava e che non voleva sentirmi mai più, non ebbi nemmeno il tempo di potermi giustificare che mi bloccò ed io non riuscii più a vederla. Ci rimasi malissimo e da quella sera non riuscii più a togliermi dalla mente quelle parole, pesavano su di me come una spada di Damocle, avevo una spiacevole sensazione di disagio, quasi come se fossi precipitato in un baratro molto simile all'inferno, dove la mia anima immorale e corrotta, dovesse necessariamente espiare le colpe commesse fino a quel momento; un giorno decisi di andarla a cercare, era un idea assurda mi dissi, ma mi ritrovai in auto diretto verso il suo paese, era un paesino piccolo non mi sarebbe stato difficile scoprire lo studio di un notaio, l'avevo individuato su internet e risultavano essercene soltanto due in tutta la borgata, quindi, ero certo che alla fine l'avrei trovata.

Fui fortunato perché la rintracciai dal primo sulla esigua lista, lei mi accolse imbarazzata e meravigliata per quella inaspettata visita, però poi accettò, dietro mia insistenza di pranzare con me, mi portò in una piccola trattoria, appena seduti mi chiese il perché ero lì, ma non sembrava più arrabbiata come quella sera. Da vicino era ancora più bella che nelle foto e mi sorpresi ad osservarla di nascosto mentre ordinava al cameriere. La mia curiosità divenne travolgente, volevo sapere tutto di lei, avevo un bisogno spasmodico di conoscerla meglio, e la tempestai di domande, l'espressione divertita di Claudia mi convinse a non demordere con quella sorta di interrogatorio, a cui lei rispondeva tranquilla ed ogni mia domanda sembrava farle piacere. Poi le chiesi se ce l'avesse ancora con me per quello che aveva scoperto e lei mi disse di no, che in fondo ognuno è libero di fare della propria vita quello che vuole ma che mi compativa poiché io non sapevo cosa volesse dire veramente amare qualcuno. Quella constatazione mi fece male, non riuscivo ancora a credere che una frase che un tempo avrei ritenuto così stupida potesse procurarmi una fitta allo stomaco che non andava via, forse era la fame pensai e mi concentrai sul cibo.

Chissà perchè, le emozioni, i sentimenti, il modo di concepire la vita, improvvisamente si tramutano incredibilmente e senza alcuna logica, e tutto appare differente, sotto una nuova luce, una luce che non credevi neanche esistesse. Considerando ciò decisi che quella era la donna più interessante che io avessi mai conosciuto, riusciva tranquillamente a tenermi testa, rispondendo ai miei interrogativi con affermazioni razionali ed esaurienti, e alla fine di quella strana conversazione il mio interesse per lei non era diminuito come di solito accadeva, anzi, potrei dire, considerevolmente cresciuto.

Avevo timore di scoprire però che da parte sua non ci fosse alcun coinvolgimento e mi tormentavo nella mia insicurezza, e divenne una necessità farle una domanda diretta e precisa.
Le chiesi ad un tratto se io le piacessi, se le interessavo, se pensava ad una relazione con me, ma poi mi pentii, probabilmente ero stato troppo, troppo brutale, ma quello era stato sempre il mio modo di fare fino ad allora e ancora non sapevo che a volte, nella vita le persone possono cambiare. Forse fu il timore che lesse nei miei occhi, o la sincerità con cui avevo pronunciato quelle frasi che Claudia mi rivelò che le piacevo, anche se non approvava quello che facevo.

In quel momento cominciai a credere in qualcosa che la mia mente aveva sempre rifiutato, e mi domandai perché, d'un tratto lo capii, era il mio disperato bisogno di proteggermi dal dolore che mi induceva a pensare a quel modo, avevo paura, anzi il terrore di soffrire per amore, e nel tempo mi ero costruito quella barriera invisibile che stupidamente pensavo mi proteggesse da tale sentimento, come una vaccinazione che ti difende dall'influenza, ma l'amore non è una malattia, o meglio, non è una cosa da cui puoi stare lontano, si è vero, può farti penare ma può farti stare anche tanto, tanto bene. Mi scoprii a desiderare Claudia con una intensità tale da farmi star male, volevo amarla e provavo il bisogno di essere amato a mia volta, desiderato non solo per il mio aspetto esteriore, ma per come io ero dentro, volevo che qualcuno condividesse con me le mie emozioni, i miei sentimenti, né sentivo un bisogno quasi spasmodico. Quella donna mi aveva conquistato, le sfiorai la mano poggiata sul tavolo, e lei mi sorrise, poi con calma chiesi il conto e ci avviammo alla mia auto.

Non resistetti, e appena in macchina la baciai come mai avrei immaginato potessi fare, quello era un bacio dato con il cuore, che mi procurava ebbrezza e turbamento, mai tali sensazioni mi avevano sfiorato la mente e come un assetato che trova la sua fonte la strinsi forte a me. Pronunciai, senza alcun timore, le due parole che avevo da tempo cancellato dal mio dizionario : ti amo, le dissi semplicemente, lei mi sorrise e rispose: ti amo anch'io e non so perché. Ma l'amore non chiede ragioni ed io smisi di farmi e di farle domande. Anche un dissoluto e cinico uomo può improvvisamente scoprire cosa vuol dire amare.