Anna Maria

Non ho mai capito 
come fai 
a trovare sintomi 
sempre nuovi 
e così diversi 
per le tue lamentele. 
Ma poi la dolcezza 
del tuo sorriso
e la spontaneità
del tuo riso
mi riassicurano 
sulle tue passeggere 
preoccupazioni.
E anche se 
qualche volta 
mi tratti male, 
con poche parole 
sai come 
incoraggiarmi 
quando ne ho bisogno.
Anch'io
cerco di confortarti, 
ma i miei lunghi 
ragionamenti 
solo stancano 
la tua breve pazienza. 
Ci lega
il nostro affetto, 
e quello per i nostri figli, 
e spesso 
abbiamo bisogno
di ben poche parole 
per capirci 
e sentirci vicini.
Anzi,
talvolta, 
basta 
solo uno sguardo.
O una carezza.
Quando ti vedo
intenta
alle tue faccende,
mentre la luce del sole
che entra 
dalla finestra
ti illumina 
la gentilezza 
del volto,
so di essere 
a casa.
Me lo dice
anche la delicatezza 
dei fiori
dei tre vasi 
di ciclamini
che hai messo 
sul davanzale.
La tua dedizione
di mamma
non ha limiti,
e il tuo affetto 
verso i nostri figli
non ha mai conosciuto 
la meschinità
dell'egoismo.
Ed ora vedo 
la tua tenerezza 
riversarsi 
anche sui nipotini.
Sei per me 
una sorgente
di ispirazione
e di forza,
un balsamo 
contro la solitudine
di un'anima irrequieta. 
Senza di te 
sarei stato 
abbandonato 
alla mia logica, 
orfano 
di affetti profondi. 
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