Anna Maria
Non ho mai capito come fai a trovare sintomi sempre nuovi e così diversi per le tue lamentele. Ma poi la dolcezza del tuo sorriso e la spontaneità del tuo riso mi riassicurano sulle tue passeggere preoccupazioni. E anche se qualche volta mi tratti male, con poche parole sai come incoraggiarmi quando ne ho bisogno. Anch'io cerco di confortarti, ma i miei lunghi ragionamenti solo stancano la tua breve pazienza. Ci lega il nostro affetto, e quello per i nostri figli, e spesso abbiamo bisogno di ben poche parole per capirci e sentirci vicini. Anzi, talvolta, basta solo uno sguardo. O una carezza. Quando ti vedo intenta alle tue faccende, mentre la luce del sole che entra dalla finestra ti illumina la gentilezza del volto, so di essere a casa. Me lo dice anche la delicatezza dei fiori dei tre vasi di ciclamini che hai messo sul davanzale. La tua dedizione di mamma non ha limiti, e il tuo affetto verso i nostri figli non ha mai conosciuto la meschinità dell'egoismo. Ed ora vedo la tua tenerezza riversarsi anche sui nipotini. Sei per me una sorgente di ispirazione e di forza, un balsamo contro la solitudine di un'anima irrequieta. Senza di te sarei stato abbandonato alla mia logica, orfano di affetti profondi.
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