Vorrei d'ingenuità pensante
Vorrei atmosfera d’infanzia nel divenir festa rivelata nell’anno che va celebrando liturgica sacra di vita e preparando al primo vergine domani promesse di attese felici con alternanti inclini vicissitudini. Come sempre, anno dopo anno ecco il replicante svolgersi del tempo. Vorrei fronte, - pur sfiorata da capelli bianchi - sol tuttora pensante d’ingenuità di bimbo, con occhi limpidi e curiosi sul momento che non conosce peccato né pericolo… Vita estroversa di indizi di favola. Vorrei, per non sentire peso d’anima disfatta d’abbondanza di remoto, e per non aver paura di angoli posti bui nei labirinti di una prossimità mai rassicurante. Vita introversa da eventi scoscesi. Ridiventar così, di nuovo giocosa vorrei, saltando, monella, in pozzanghere per ridere, ridere, ridere del fango gentile spruzzato su ciocche. Non importa ricordo di sguardo severo. Restava vitale in me, comunque, quella lunga scorsa d’amore. Oggi, non so più immediata di tenerezza ovunque intatta ritrovarla.
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22-12-2014 | Redazione Oceano |
Il presente e il passato dell’infanzia si confondono per allietare il cuore in sentimenti che di nostalgia e benessere invasero il cuore dell’autrice, perché oggi è una replica di un ieri appena passato e uguale nelle espressioni quotidiane. Se pur sfiorata da capelli bianchi l’ingenuità di un tempo aspetta ancora favole narrate e avverate al presente. |