L'arrivo di Josephine

L'accordo era che entro i 40 anni di mio marito e non oltre, dovessimo fare un secondo
figlio, anche se non ne fossi stata tanto convinta, avevo accettato, ma stranamente non
arrivava,eppure un figlio già lo avevamo, quindi, prima o poi... sarebbe successo.
Ad Agosto dell'ottantanove passammo la solita vacanza al mare in Puglia, solita vita,
solita lite per i parenti, ognuno seguiva il suo modello di vita, nessun compromesso,
nessuna tregua fra noi, la zia Ombretta sempre ospite... e la nostra intimità lasciava
sempre più a desiderare, il mare  rendeva  mio marito, così bisbetico! eravamo sempre
in guerra, a volte mi sembrava di essere vittima di qualche malocchio, penavo per il
suo atteggiarsi da uomo duro, quasi non lo riconoscevo! Settembre invece ci riconciliava,
ridiventavamo amanti perfetti, dopo le liti di agosto la passione ci riavvolgeva, e in
quel frangente concepimmo Josephine, se chiudo gli occhi posso ancora sentire chiara la
certezza di essere rimasta incinta, immaginavo una creatura che avesse i suoi splendidi
occhi bruni, non sapevo se sarebbe stata femminuccia o maschietto, ma sapevo che avrebbe
avuto i suoi grandi occhi penetranti e affascinanti.... era una sensazione così viva che
gliela comunicai, lui mi abbracciò mi sorrise dicendomi "TI AMO"!.

Mi sentii felice, perchè non capitava così spesso che me lo comunicasse, per lui era
scontato, ma noi donne abbiamo bisogno di conferme, e quello fu uno di quegli importanti
momenti che hanno sugellato il nostro amore.

Un mesetto dopo  ci  rendemmo conto che ero veramente in dolce attesa,  ne fù contento,
ma prendeva come al solito tutto per scontato, persino quando al quarto mese dovetti
andare a fare l'ecografia per sapere il sesso non venne con me, in compenso quando il
ginecologo mi disse che era una femmina mi godetti la notizia da sola, al 100 per 100,
e uscii da li, che sembravo ubriaca per l'emozione, presi la mia macchinina sbandando
quasi per la felicità, la desideravo tanto quella bambina! M'immaginavo alle prese con
vestitini rosa, capelli biondi da pettinare, e non vedevo quasi la strada. Michele il
mio bambino di quasi dieci anni, era contento aspettava la sorellina come un regalo che
ci mettesse troppo tempo ad arrivare; al settimo mese di gravidanza mio padre mi venne
a fare visita, aveva 73 anni si muoveva con i mezzi pubblici e non pretendeva che lo
accompagnassimo sapeva che non avevo un gran senso dell'orientamento e non voleva farmi
litigare con mio marito perchè lo costringessi ad accompagnarlo; mi sembrò che stesse
perdendo colpi, lo vidi esageratamente  magro... non potei trattenermi, glielo dissi,
e lui rispose:” eh tu vai avanti, ed io vado indietro....è la vita” intendeva dirmi
che mentre io progredivo con la gravidanza lui peggiorava, era da un po' che lamentava
dolori all'addome, ma non voleva preoccuparmi mi sorrise, come dire:” non preoccuparti
scherzavo!” purtroppo  Si ripeterono gli episodi di malessere di mio padre; intanto,
giunsi al nono mese scarso, ruppi le acque, mio marito si precipitò per portarmi
all'ospedale, mia sorella Lia mio nipote Enzo mia suocera mia sorella Pina Giusi, erano
venuti tutti nell'orario di visita, erano le 19 (proprio mentre erano in sala attesa),
la splendida Josephine stava per nascere, la sala parto confinava con la stanza delle
visite, le mie urla attirarono persino il mio piccolo ometto, che si addentrò in sala
parto preoccupato convinto di dovermi proteggere, ma fu cacciato naturalmente! 

Josephine nacque, la mia piccola era uno spettacolo!
I parenti non facevano che decantarla ed io non capivo come fosse possibile che fossero
tutti lì, ad aspettare che nascesse... In seguito capii, mio padre era in ospedale a
Torino, era grave, gli avevano diagnosticato un tumore galoppante era terminale, i miei
sconsolati volevano starmi vicini, oppure, volevano una bella notizia dopo quella
tristissima, che avevano dovuto avere, così si sono precipitati tutti alla sala parto,
era un modo di continuare la vita, una vita che va ed una che arriva...

Dopo una settimana dalla nascita di Josephine, mi iniziarono a fare premura, perchè
andassi a trovare mio padre, mi avevano tenuto nascosto il referto medico, ma mi
obbligarono a muovermi ad andare a trovarlo, io li trovai insensibili, ero piena di punti
e loro mi facevano sentire in colpa, in fondo avevo affrontato un parto! 
Comunque, Andai, la piccola ce la portammo,  quando si è trattato di salire, in camera,
mia sorella mi propose di farla vedere a papà, io mi rifiutai per paura che fosse un
reparto infettivo... mi avevano raccontato un sacco di frottole e pensavo che rappresen-
tasse un pericolo per la mia bambina,ma Pina, per tutta risposta me la strappò di mano,
nascondendola sotto il suo scialle, e si addentrò
nel reparto , seminandomi; non capivo il suo comportamento, quando giunsi davanti a papà
capii... (mi resi conto che era in fin di vita, in quei pochi giorni era peggiorato)... 
assistetti alla scena di mio padre come uno spettatore ignaro di ciò che stava accadendo
le avvicinarono la bambina al viso, lei lo guardò, mentre lui in siciliano le diceva:
“si beddra beddra forti” tutti nascondevano lacrime di commozione, avevano esaudito
l'ultimo desiderio di papà, che aveva chiesto di vedere la sua ultima nipote;
una settimana dopo, mio padre morì. Da noi si dice che c'è sempre una nascita dopo una
morte, come se una vita fosse sostituita da un altra, loro due invece, si sono guardati
e si sono piaciuti, lei non ha pianto e lui le ha donato il suo ultimo sorriso.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
01-06-2014 Mandala' Rosalba Ormai fra noi un filo diretto;
avete compreso, che si tratta della mia vita,si nella settimana in cui ricorre il suo compleanno, quello di josephine,mia figlia, io pubblico questo racconto; tutto veramente accaduto...grazie per la menzione...veramente onorata! grazie a voi! per lo spazio e per fiducia che mi date, scrivo con parole povere,semplici, è il mio cuore che parla ....e voi sapete ascoltarlo.

31-05-2014 Redazione Oceano La Redazione ringrazia per la condivisione di un momento così importante che ha segnato con emozioni discordanti l’autrice. La gioia di un’attesa per una vita che nascerà in mezzo a parenti in apparenza felici, il dolore sosta nei loro cuori e la dipartita a breve d’un uomo molto importante, un padre e nonno. Si nasce e la felicità allieta i cuori, si muore e il dolore scompone l’animo!