A tinte forti

A tinte forti
vedo
un altro giovane corpo massacrato,
chiuso in un sacco,
in fondo al lago.
A tinte forti
vedo la follia umana
che impera in un Mondo
che non riconosco.
In grigio e nero i cuori
straziati a cui
é stato sottratto
il bene più prezioso,
in grigio e nero
i cuori increduli,
attoniti, di chi,
ha generato colui
la cui follia, ha
spento una vita.
C'é bisogno d'amore,
da sempre, nel Mondo;
é un cibo semplice, povero,
non occorre moneta per acquistarlo,
nasce spontaneo,
viene trasmesso, qualcuno,
meno fortunato,
lo deve cercare e saper ascoltare,
il suo posto é comunque il cuore;
non ha tinte forti;
ha il colore del cielo, del mare, dei prati,
nasce con l'alba,
al nostro primo
saluto al Mondo, 
e muore al tramonto con lo spegnersi
della vita,
ma viene lasciato in eredità
a chi resta.
Come può, essere scomparso del tutto?
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28-05-2014 Redazione Oceano Un’apostrofe che si dichiara muta e stupida dall'incoerenza degli uomini. Nell'epifonema la follia umana racchiude se stessa o parte.