Anima vagabonda

Lascia ch’io beva fonte, 
nel cavo delle mani
ho fretta e  già domani
sarò di là del monte

Fonte: "Perché non vieni coll’anfora antica
Come le donne giù dalla collina?
Perché non resti nella valle amica
almeno un poco ? 'Forse domattina
per la tua sete, non troverai niente.
Di là dal monte è brulla la contrada
nei campi non germoglia la semente
e sarai solo tu, il sole e la strada.
Ti sovverrai di me e sarò lontana.
Se tu mi avrai raccolta nell’orciòlo
allora proverai la virtù arcana
della mia linfa, allora, allora solo”

Amica ho già bevuto a cento fonti 
in riva al mare azzurro, sorridente
di spume bianche... vuoi che ti racconti?
C’eran nuvole rosse giù a ponente
e vele esili, aguzze, verso il cielo
e son partita. Bevvi in mezzo al bosco
ed era un’acqua fresca come il gelo.
Eran ville e paesi. Non conosco
Il loro nome. So che c’era un alto
cipresso cupo, un casolare antico
un cielo terso del color di smalto,
un viale ombroso, un poggio aulente aprico.

Lascia ch’io beva fonte
nel cavo delle mani
ho fretta, e già domani
sarò di là dal monte.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
01-02-2013 Redazione Oceano Delicata metafora in versi, nel percorso del vissuto,tra cieli tersi e nuvole rosse,con dentro ancora tutto l'entusiasmo nel volgersi della mente già verso il tempo a venire, per poterne godere a piene mani…al di là dal monte.Bellissimo componimento, complimenti Silvana

Pubblicata il 25-01-2013

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Commento dell'autore

Un viaggio immaginario
attraverso la vita...
Dialogo tra l'io
e la fonte,
con cui si discerne
ciò che è importante
nella vita...