Le dolci more
Il dolore è eterno come i monti aguzzi o il ciottolo fuori porta. La felicità libra sposto le tendine per vedere che non sia morta. C'è un passero disceso a dispiumarsi sulla rosa che rampica a sfidare che? Forse il fiume salmastro che si dipana a valle con una sponda rossa intonando una strofa gorgogliante alla macchia di more di stagione. Assente resta nell'alto della sorgiva il mio canto laddove le orecchie non sono mai sorde.
data | autore | commento (si può commentare solo se si è loggati) | |