Le dolci more

Il dolore è eterno
come i monti aguzzi
o il ciottolo fuori porta.
La felicità libra
sposto le tendine
per vedere che non sia morta.
C'è un passero disceso
a dispiumarsi 
sulla rosa che rampica
a sfidare che?
Forse il fiume salmastro
che si dipana a valle 
con una sponda rossa
intonando una strofa
gorgogliante alla macchia
di more di stagione.
Assente resta nell'alto
della sorgiva il mio canto
laddove le orecchie
non sono mai sorde.
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