La muta

...E venne il tempo della muta e la mia pelle cambiò.
Umili vesti io deposi disprezzando
e d’oro e diamanti adornai i miei lustri.
Dei libri vantai la conoscenza tutta,
saccente e vanesio mi mostrai intorno.
Guanti di velluto per le mie bianche mani.
Sordo e cieco alle altrui bocche.
Presto venne che mi trovai solo 
a raccontar la  mia sapienza.
I miei lunghi giorni 
di un sorriso acceso non ebbero più luce.
Tutto si allontanò e in quel mentre,
le mie preziose vesti  si fecero pesanti. 
Ogni mio sapere, a chi mai l’avrei donato?
Svestito degli allori raccolsi i miei stracci,
quegli stessi che un tempo deposi disprezzando
e d’umiltà arricchito me ne andai,
conscio che nella prossima muta
avrei professato una più grande scoperta:
me stesso.
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21-02-2013 Redazione Oceano La " muta " come metafora del percorso che segna tutta la nostra esistenza: la crescita, il rinnovamento, la presa di coscienza del proprio io. Privilegiato chi sa rivestirsi di umiltà dopo aver conosciuto onori, troppo pochi ci riescono.