Io sono quella che scrive la tristezza
Io sono la tristezza. Che si raccoglie. Si raggomitola. Si culla nei momenti. Si toglie il respiro da sola. Io sono la ferita. Le ore le passo distraendomi e facendo finta di vivere. Io sono me stessa. E vivo. Lascio ditate di calce dove passo. Imbianco le strade e immagino la neve. Il ghiaccio mi stolza e dilaga. Prendo una nuvola e ci dormo dentro e prendo il mare e ci muoio dentro. Raccolgo le stelle durante la notte. Mazzi incontaminati di luce m'incontrano gli occhi. M'illumino a neon se mi sorrido. E a volte ho voglia di farlo. Mi capita anche di essere felice. A volte. Se corro mi vedo bambina. Se mangio mi sento donna. Se guardo mi rendo immortale. Se ascolto sono libera. Cammino non per dimenticare ma per sapere da dove vengo. Conosco la mia casa e il luogo dove ho messo la mia anima. Io vi racconto la tristezza. Lo faccio sempre con amore. Per me.
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18-09-2014 | Redazione Oceano |
Al cleuasmo, la tristezza, l’autrice si appoggia per uno stato d’animo volto all’assenza di colori, in un animo dalla densità solida, passiva e poco transitiva. Al comando e al controllo, azioni, sensazioni, emozioni, alla tristezza la voce in ragione! |