I cassetti della memoria II parte

Com’era bella la mia strada dove ho vissuto i primi anni della mia vita era lastricata con
pietre laviche con delle delicate curve dove ogni giorno passavano i muli coi carretti gli
asinelli col proprio carico era la via Collegio, si chiamava così perché alla fine della
strada c’era il  collegio dei salesiani con la chiesa di San Pietro e lì finiva la mia
strada dove correvo e giocavo tutti i giorni. I giorni anche se sempre uguali sapevano di
vita semplice e felice piena di amore e di affetto. Nelle calde giornate d’estate nel tardo
pomeriggio quando l’aria rinfrescava un po’  le signore si sedevano davanti alla porta e
lavorando chi a maglia chi all’uncinetto  chi ricamava con il suo telaio passavano il tempo
facendo delle cose utili e nello stesso tempo chiacchieravano tra di loro a quel tempo i
rapporti tra le persone  erano molto diversi di quelli che sono al giorno d’oggi allora i
vicini di casa erano legati da un grande affetto sincero nella maggior parte casi e c’era
molto rispetto tra le persone ci si aiutava l’un l’altro tutti ci tenevano all’onore anche
se avvolte in maniera esagerata era così che passava la vita e si concludevano i giorni e
quando si faceva buio ognuno si ritirava nella propria casa per cenare ed andare a dormire.
 
Lo zampillio dell’acqua della fontanella di fronte casa mia posta al centro delle due strade
che proprio lì si congiungevano per formarne una sola nelle notti serene rompeva il magico
silenzio, allora per le strade passavano solo biciclette vespe e motociclette ma solo di
giorno quando gli uomini di casa andavano e tornavano dal lavoro per le strade facevano da
padroni i muli le giumente e gli asinelli ogni tanto passava qualche carretto col suo cavallo
adorno dei suoi paramenti e delle sue campanelline che tintinnavano ritmicamente col suo
passo regolare e costante. La notte lo scroscio dell’acqua che scorreva conciliava il sonno
era musica per le mie orecchie  un suono familiare e rassicurante che sapeva di sicurezza di
stabilità e pace. Mia madre si alzava sempre presto la mattina prendeva l’acqua proprio da
quella fontanella che avevamo di fronte casa nostra dove vivevamo con il mio nonno. 

Ricordo i giorni piovosi passati dietro i vetri appannati della cucina il fuoco sempre vivo
nel braciere e la cucina a legna sempre accesa d’inverno per dare calore alla casa e per
cucinare i buoni piatti che preparava la mia mamma. 
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04-03-2015 Gullotto Santina I ricordi di un tempo quando si stava meglio anche se si viveva peggio