La poesia dei matti
Camminano soli, malconci e distratti pantaloni rotti e giacche sgualcite non li premiano con gli encomi ma un tempo li chiudevano nei manicomi per fortuna una legge chiamata “cento ottanta” gli ha ridato la libertà e una speranza. Sono viandanti,sognatori un popolo di mendicanti, quelli che gli umani chiamano “errori”. A loro basta un niente per esser contenti non chiedono soldi alla gente “normale” ma un gesto d’amore e qualche sogno in contante. Scappano via se li ferma qualcuno non si fidano di nessuno derisi e umiliati, sanno di far parte del popolo dei dimenticati. Però io so che son fragili e sognatori peccato che gli “uomini ” li definiscano “errori”.
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26-06-2015 | Redazione Oceano | La vita parallela che scorre a segnare il tempo di sapori differenti nei sorrisi. Uomini che vestono dei loro sogni per essere semplicemente disuguali in un mondo che accoglie l’unisono come normalità che appaga. Splendidi versi che hanno delle parole i tratti della libertà e della speranza, racchiuse in un’unica veste, quella del popolo dissimile coperto di vessilli di semplicità. |