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27-08-2012 Meloni Valentina Questa poesia nasce alla fine di marzo 2011 come risposta alle notizie da cui si apprende del disastro di Fukushima Dai-ichi: una serie di quattro distinti incidenti occorsi presso la centrale nucleare omonima a seguito del terremoto e maremoto del T'hoku dell'11 marzo 2011. Il disastro ambientale coincide con il periodo di fioritura dei ciliegi di cui la tradizionale festa dell'Hanami in Giappone rappresenta l'apice. Hanami (lett. "ammirare i fiori") e' la tradizionale usanza giapponese di godere la bellezza della fioritura primaverile degli alberi, in particolare di quella dei ciliegi da fiore giapponesi (Prunus serrulata). L'usanza inizio' nell'VIII secolo come intrattenimento della corte imperiale, ma con il tempo si e' diffusa tra tutta la popolazione. Questa raffinata tradizione, antica piu' di un millennio, e' ancora molto sentita in Giappone tanto da provocare vere e proprie migrazioni di milioni di giapponesi dalle loro citta' verso le sessanta localita' piu' famose del Paese. Lo splendido spettacolo dei ciliegi (Sakura) in fiore occupa gran parte della primavera e si puo' ammirare da inizio aprile (nel sud dell'isola di Honshu) fino a meta' maggio (nella settentrionale Hokkaido). Attualmente la festa e' anche un'occasione per uscire all'aperto e consumare un sostanzioso picnic a base di sushi, con birra e sake' in abbondanza all'ombra degli alberi fioriti. Ogni anno il meteo predice l'epoca in cui i ciliegi fioriranno in tutte le regioni del Giappone. Le zone piu' popolari di Tokyo per questa tradizione sono il parco di Ueno, il parco Shinjuku Gyoen e i dintorni del Palazzo Imperiale. La fioritura dei ciliegi ha luogo normalmente tra fine marzo e inizio aprile. Hanami e morte. La poesia evidenzia il contrasto tra la bellezza della natura e la devastazione umana, ma anche tra la forza distruttrice della natura e la continuita' della vita che incurante della morte non smette di celebrare, attraverso la fioritura dei ciliegi, la rinascita. L'Hanami dovrebbe quindi suggerire l'osservazione sulla trasformazione. Nell'immaginario giapponese infatti i ciliegi spesso rimandano al concetto di "morte". "I morti sono sepolti sotto i ciliegi" e' un detto popolare sull' Hanami, che si rifa' ad una citazione, presente dopo la frase di apertura, del racconto breve del 1925 "Sotto i ciliegi" di Motojir? Kajii. Yanagita Kunio studioso del folclore giapponese (1875-1962) scrisse che certi luoghi antichi, che portavano il nome "sakura", erano "luoghi dei morti". Inoltre Saigyo, bonzo poeta, amava i ciliegi a tal punto da voler morire sotto uno di essi: "Se e' possibile, vorrei morire nella stagione dei ciliegi, sotto l'albero e la luna piena". Il motivo per il quale si voglia scegliere il ciliegio come propria tomba e' oscuro, forse si pensa che ad ogni primavera qualcuno verra' ad adorare i fiori, e di conseguenza il luogo di sepoltura non sara' mai abbandonato,oppure perche' il fiore di ciliegio esprime la sua massima bellezza nella caduta e quindi nella morte ... In realta' all'inizio venivano apprezzati i fiori di prugno (ume), e solo in seguito durante il Periodo Heian (794-1185) l'attenzione si sposto' sui fiori di ciliegio. A corroborare questa teoria abbiamo il racconto-leggenda Genji Monogatari di Murasaki Shekibu, scritto proprio nel periodo Heian, in cui il termine hanami fu usato la prima volta. Si inizio' a diffondere la credenza che gli dei vivessero all'interno di piante e di fiori. Si credeva che nel ciliegio abitasse una divinita' che, attraverso la fioritura, indicava il periodo piu' propizio per la semina del riso. Seguire questi segni avrebbe comportato ottenere un buon raccolto, quindi per garantirsi la benevolenza della divinita', si lasciavano offerte votive ai piedi dell'albero. Chissa' forse voler morire sotto un ciliegio poteva voler dire onorare la deita' racchiusa nel ciliegio e sperare cosi' nell'eternita' attraverso la morte-rinascita

Pubblicata il 25-08-2012

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