La mangiauomini

(Dibattista Rosa)


La “Mangiauomini” così mi chiamavano all’ultimo anno di liceo, inopportuno dato che avevo avuto solo trecento storie, neanche una al giorno e, solo con tre ragazzi ero finita a letto.
Ero innamorata dell’amore, alla continua ricerca dell’uomo ideale, venivo colpita dalla freccia dispettosa di Cupido quasi ogni giorno; con costanza conquistavo la preda che, con certosina precisione, si prodigava a togliere il dardo dal mio cuore che torna libero e pronto a ricevere una nuova freccia.
Eccolo, lui, Alberto!
Bruno, capelli a spazzola, jeans attillatissimi, T-shirt aderente che mette in evidenza i suoi pettorali, è in gran forma, uno schianto, fiuuuu.
E’ arrivato con la sua favolosa Honda blu.
- Ciao Amalia! Stasera c’è una festa da Nicola. Verresti con me?
- Vieni a prendermi con questa stupenda creatura?
- Certamente, alle 8.00 sono sotto casa tua.
- Sarò puntualissima.
Ho accarezzato il sellino della moto e mi sono allontanata tutta soddisfatta con le mie amiche.
Il momento più bello di un primo appuntamento non è l’incontro in se per se bensì la preparazione e il relativo sogno; in questo sono espertissima.
Con estrema accuratezza curo i minimi particolari: mini rossa pieghettata, camicetta bianca strizzatette, scarpe con tacchi ad altezza vertiginosa, ore e ore con la piastra, un filo di trucco e profumo di qualità.
Chiudo gli occhi per ricordare il suo volto e già lo immagino mentre mi cinge la vita e mi stringe a sé mentre balliamo sulle note di Back at one, posa le sue labbra sul mio collo e lentamente mi guida verso il terrazzo dove un turbinio di profumi inebria le mie narici. Si dichiara a me e ci amiamo per sempre.
Lo scampanellio insistente mi fa tornare alla realtà. Ore 20.00 è puntualissimo.
Un ultimo sguardo allo specchio, sono perfetta.
Wow! È più figo che mai.
Salgo cavalcioni sulla scintillante Honda, incurante di indossare la mini.
Mi stringo a lui.
Il vento scompiglia i capelli, al diavolo ore e ore di piastra:
Il mio pube, aderente alla calda sella, mi dà una piacevole sensazione di arrendevolezza, appoggio la testa al suo dorso, sento il suo battito accelerato. L’adrenalina scorre nelle vene.
- Siamo arrivati.
Ci accoglie una stanza affollata, avvolta da una cortina fumogena, luci soffuse, le note di un lento.
Alberto mi stringe a sé; tutto va per il meglio. Sono eccitatissima, lo è anche lui.
Questa è la volta buona.
Piano piano ci spingiamo verso il terrazzo, continuando a ballare, sta per baciarmi.
Un odore pungente di aglio mal digerito mi pizzica le narici.
Oh no, il suo alito! La magia scompare, lo allontano da me.
- Ma come? Pensavo di piacerti.
Appunto.
- Ma che ho fatto?
Vorrei gridargli che sono una vampira e che l’odore dell’aglio mi fa morire.
- Nulla, non ho voglia.
Torno nella stanza affumicata chiedo al DJ di mettere un rock e mi butto nella mischia.
Lui mi guarda allibito.
Le mie storie, come splendide stelle cadenti, un bellissimo lampo nel cielo che si spengono nel giro di pochi secondi.
Avanti il prossimo.