Odis-sea
E volevo morirti dentro perchè, incapace di viverti, ti cullavi, remando tra le mie labbra, un sapore che più non ricordo, mi sfuggiva la mano tra roseti di spine su isole che graffiavano l'anima e colavano brina attraverso il profilo di un viso bambina. Io già la sentivo l'ardente malinconia. Inadatto al mio cuore ed io come Penelope ma senza più amore tra le ombre di vita, intessevo i miei giorni con il filo della speranza e scucivo con cura tutto ciò che poteva ferirmi del tuo ritorno. E volevo morirti dentro per non vivere più del tuo vuoto e della mia assenza!
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30-09-2014 | Redazione Oceano |
Al modo indicativo di un passato lontano, il desiderio passivo, all’abbandono al dolore che sospeso sul percorso accidentato, si lancia nel vuoto. Simile all’attesa conscia dell’assenza, l’autrice guida un afono sentire, cieco e muto in sé perché perduto il bene primario. In malinconia e in sofferenza, la lirica giace al destino avverso. |