Demonia (mi) ci
Demoni celesti, arrampicati alle vette dei pensieri prigionieri, levate il tormento nell'avulso lamento e date pace all'anima sincera che mai vendette astuzia per guadagnar dazio. Oggi, vi riprendo sotto custodia antica ma per gioir con voi di sconfitta finita. Troppo tempo dimoraste negli anfratti del cuore, troppi occhi ammalarono l'amore. Ed ora qui, dal basso, io vi richiamo per ripagar quel debito che mai pagaste!
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28-10-2014 | Redazione Oceano |
L’invocazione s’eleva ai protettori “… dell’ autentica natura dell’anima umana …” ( Socrate ), implorando pace da un dolore impetuoso che ha avuto ascolto nel trovar conforto. La prosa volge in una supplica affranta per richiedere lo sguardo ai padroni che sovrastano e governano i pensieri, percuotendo il verso nel suo fine: richiamare i “ demoni amici” per dire della gioia nell’aver raggiunto la fine del supplizio. E nell'implorazione si ritorna a riafferrare loro per donargli la veste di un tempo dentro se. |