Geometria concentrica
Non è inizio e non è fine, è viaggio circolare, travolgente, in percezioni trasparenti, geometria di sentimenti. E’ vita Padre, meraviglioso stato senza tempo offerto su corona d’acanto e d’ulivo, nel miracolo divino della Terra, coperto da cieli e firmamenti, sconvolto da bufere, abbagliato dai sorrisi dell’amore, ucciso, Padre, dalla condanna della sofferenza, tra Croci umane e cori di preghiere. Son qui Padre, non più centro del geometrico cerchio, intravedo parabola calante, sono stanca Padre. Stanca non nell’ingannevole forza del corpo, stanca di erigere e soccombere schiacciata da questa testa che non sa tacere nel pensare, stanca di offrire rose senza spine, vile menzogna a celebrar lo start d’altre vite, ingannar me stessa con due parole al tramonto, e risorgere all’alba col sorriso. Ho spalle grandi Padre, potrei gravarle di molti mali, e portarli via con me da questa Terra, cremandoli nell’Eden reso Inferno. Vorrei lavare i visi di figli e figli, mostrare fiori e sentimenti buoni, inseguire canti fra le spighe, dove il letame sia concime sano, e campane richiamar unica preghiera che sia pace e pane nel momento della sera!
data | autore | commento (si può commentare solo se si è loggati) | |
12-09-2016 | Redazione Oceano | Poesia diventata preghiera, nella stanchezza immensa di assistere al male ed alla sofferenza del mondo, e nell’impotenza di non riuscire a cancellare tutto il dolore e far fiorire la pace. |