Lo sposalizio
Rintocchi di campane a richiamare il tempo, il girasole è stanco, ma sa che c’è la festa, e trema l’aria ferma commossa dai colori, le muse si soffermano ad ammirar l’evento. Ecco... si prostra, nel tramonto il sole, come ad un altare il mare a venerare. E giunge i raggi tiepidi e stille offre di sangue e prega gli rifletta un pò del suo rossore a ricordargli quando in candida promessa si è consegnato all’alba tra un cielo di lenzuola e coltri d’aria tersa. E arrivano le rondini a far da damigelle, ed i gabbiani in volo a contener lo strascico di nebbie ancora grigie la brina a ripulire, ed invitati assenti le piogge di settembre che tardano a tornare. E si apre il cielo tutto ad applaudir le nozze, si aprono le nuvole e piovono coriandoli, fan capovolte i cirri ad afferrare il brivido di tanta tenerezza e un alito di vento scompiglia una goletta. E assisa su uno scoglio una sirena s’alza e suona la sua arpa, il mare le sussurra ed accompagna il canto, un’onda come plettro pizzica sulle corde, e Sirio e le sue stelle adorne di brillanti cominciano la danza. Silenzio! Arriva sera, ancora un altro abbraccio a cementar promessa di un’altra luna insieme distesi alla marea, di un altro umido bacio dove, accarezza oceano i fianchi all’orizzonte e poi gli fa l’amore... per una notte ancora e un diafano risveglio.
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