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Vi furono giorni fragili
che seduti contemplavano solitudini,
un puzzle  di vissuti mai remoti, sparsi ovunque
come semi di girasole,
ma nulla sembrava prender vita...
neppure l'orto nei campi
e la bellezza delle cose
non comportava i suoi frutti
come il sudore del contadino sperso,
dopo aver arato invano la sua terra.
Vi furono giorni senza  ombra, vuoti
che nn avevano voce,
un cammino silente che fece il pieno in autostrada 
e non si concedeva nessuna sosta,
giorni carenti come mancate carezze,
malinconici, insaziabili che non sfamavano 
persino l'acaqua che aveva bisogno del suo sale.
Giorni, di ricorrenti addìì
che con unghie e con i denti ti si aggrappavano 
alle spalle e restavi sospesa , 
come una farfalla sul davanzale che non riusciva
a sventolare le sue ali.
Giorni d' inquietudine dove il mondo dietro agli angoli
fece riemergere i suoi lividi dal profondo, 
e la tua anima ritornava vagabonda nell'oscuritá   
di un apparente abisso,
dove il mattino sembrava non essersi mai svegliato
come se la notte fosse divenuta la sua ombra;
Giorni in cui la mia mente sospesa tra le nuvole 
si lasciava andare per presevarsi,
dall' essenza di un tormento
inchiodato nel profondo;
Giorni sterili ,incompresi,accasciati sul mio corpo fragile.
Vi furono giorni;
i giorni
dell'abbandono...
quelli che  ora ho raccolto e messi da parte
ma senza cancellarne l'esistenza.
Ora  vivo nei  giorni dell'amore,la bellezza eterna  
che con leggerezza e passione mi lega 
a questa terra non piu straniera,

ed arriva al cielo questo mio sorriso l'estremità di luce,
l'esistenza che placa ogni malessere, la mia fonte,
e di questa mia origine che si specchia 
nell'immensitá di un 'oceano d'acqua limpida.
È amabile ed immobile il mio pensiero,
intenso dipinto che al mondo  mi trattiene 
senza incatenarmi l'anima, un immagine,
di un ritorno alla luce, il mio ritorno, 
che mi ridona quelle ali di un tempo adagiate 
sul davanzale  e ritorno ad essere quella  farfalla 
che libra nell'infinito azzurro.