Il canto della malinconia

Si diffonde dentro ai silenzi della notte,
muta in lacrime nascoste
in fondo all’anima che si imprigiona
e non perdona la tempesta.
Arrivata qui nei sentieri
più innocenti al mondo
e non vi è più nessun cammino
al di la della pioggia
assetata di noi, appesi alle speranze
con un filo che intimidisce ogni sforzo.
Siamo come stagioni che consumano
l’ambra dei giorni,
e ci spogliano come foglie
che si dissolvono tra gli implori per l’attesa
del suo risveglio…
Abbandonati nel canto della malinconia
che ci rende invisibili
dinanzi a lei che ancora dorme
muta, assente,
sospesa chissà in quale giorno…
e non sa che è profonda la solitudine
che si respira da quando
non ha più parlato, né sorriso.
Il sole si è scomposto
e lacera ogni dipinto al mondo,
come macchie scure
che non si schiodano dai muri
e tra la nebbia a brandelli
ogni pezzo di cuore si ammala,
nulla, sempre spento il suo viso
e in noi la rabbia freme non accetta il silenzio,
perché lei ci manca, ci manca davvero.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
20-02-2014 Redazione Oceano Un dolore che oltrepassa la parola scritta, una metafora che ne fa percepire il gelo e la rassegnazione, il dolore e l'impotenza. Complimenti Marina, una poesia che evidenzia tutte le tue potenzialità. Un piacere leggerti.