Un momento di realtà

Benché sfiorato da una luna smorta
Sogni una riva lontana che non esiste
Raggiunta durante la mia assenza,
Io ti posseggo molto poco,
Ma più di quanto lui possieda me
Lui che trema per il desiderio,
Per la gelosia che lo fa diventare una belva,
Lui che avverte il senso della minaccia
E per questo come una belva annusa il pericolo e sa:
Tu sei diventato il centro -
Mi hai messa al riparo,
Mi hai assorbito in te.   
 
Tu come Zeus sull'Olimpo
Sei diventato potente e mi hai nascosta.
Lui mi fa rinascere invano come Afrodite,
Ma io non sto lì dove mi aveva lasciata
Ad aspettare il risveglio promesso.
Tu sei piombato così all'improvviso
Come una pallottola dispersa e ti sei infilato in me,
Ancorato all'anima esplodi  distruggendomi
Eppure estrarre la pallottola sarebbe mortale.
 
Tutto il sistema della mia esistenza si è capovolto,
Tutto ciò che quella pallottola ha colpito è cambiato.
Il circuito sanguigno si coagula avvelenato
Mentre cammino titubante verso me stessa
Per essere ancora sulla stessa strada...
E mentre tu vaghi sotto le antiche mura
Seguendo le tracce delle nuove altitudini
Non girarti
Perché l'immagine del vuoto insopportabile,
Gli abissi della mia essenza
Ti farebbero inorridire.
Presi dalla grazia del momento
Che né tu né io abbiamo voluto.
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13-05-2014 Redazione Oceano Possesso, metafora dell’io egoista che acclama per sé, epifonema d’appartenenza.
Una poesia ricca in sé di retorica, figure d’antico mito, l’amore acclamato e divinizzato, ma un finale che lascia un incompiuto messaggio: troppo assorta, assorbita, incanalata, l’anima mutata, l’io invaso, trasformazione che risucchia e genera rabbia e diversità. E’ un momento di realtà!