Gli amori di Maria
NARRATIVA: GLI AMORI DI MARIA Frequentavo allora il salotto letterario della giornalista, scrittrice Mila Ambroselli, un luogo dove si respiravano purezza, verità e sentimento. Mila, la padrona di casa, dotata di una sensibilità che le vibrava sotto i pori della pelle, venendo dal profondo, con le sue espressioni, ora vere, ora frutto di fantasia, riusciva a creare un'aria fantastica in cui ognuno degli artisti presenti finiva per sentirsi a suo agio e quindi a dare il meglio di se stesso. Fu in una di queste giornate che conobbi la poetessa Maria,donna semplice nell'aspetto, non particolarmente curata sia nel corpo che nel viso, e sempre vestita in maniera casual, tanto che, guardandola, non si poteva dire se fosse piuttosto grassa o di corporatura normale. Aveva passato da poco la settantina, quello che c'era di bello in lei erano la bocca che sorrideva sempre e lo sguardo di un azzurro non particolarmente intenso ma che rivelava sempre un certo stupore e una certa timidezza. Si era presentata al gruppo in sordina, con l'aria di chi aveva tanto bisogno di stare un pò in compagnia. I figli, diceva, si erano tutti sposati e ognuno di loro ormai, aveva imparato a camminare da solo per la strada della sua vita. La invitavano a pranzo tutte le domeniche, ora l'uno ora l'altro, perchè lei e il marito non restassero soli. Avevano avuto una vita molto modesta perchè lui era stato un operaio ed aveva dovuto portare avanti la moglie e sette figli a cui, tuttavia, era riuscito a far conseguire un diploma di media superiore. La loro vita era senz'altro migliore di quella che avevano vissuto in famiglia poichè, in casa, lavoravano sia il marito che la moglie e così avevano potuto concedere ai loro figli buona parte di quella cose inutili che i giovani cercano per sentirsi alla pari degli altri. L'unico figlio di Maria che era stato piuttosto ribelle a cui era stato difficile far seguire le scuole, affinchè raggiungesse il sospirato diploma, era stato Michele, che fin da bambino si allenava al gioco del calcio, nel piccolo spazio di terra, di fronte alla loro casa popolare. Il ragazzo avrebbe voluto passare tutte le ore in questo sport che amava e in cui cominciava ad eccellere e, spesso, marinava la scuola poichè organizzava partite in altri quartieri. Comunque, alla fine, si diplomò anche lui e si sposò ma venne il giorno in cui la fortuna girò dalla sua parte e divenne direttore tecnico della squadra, allora di serie B, della città abbastanza grande, nella cui provincia abitava. La sua reputazione era sempre in aumento, tutti i giornali parlavano di lui, quasi ritenendolo un genio. Finalmente, la vita di Maria cambiò. Il figlio la portò via dal quartiere popolare dove aveva abitato per più di 40 anni e le fittò un bell'appartamento al centro della cittadina in cui abitavano. Comprò a lei e al padre in cui abitavano. Comprò a lei e al padre abiti buoni e perfino un'utilitaria. Maria diceva che era stata la Madonna a mandargli tanto bene vista la sua fede appassionata e la sua frequenza assidua in chiesa. Venne al salotto con una bella pelliccia di visone: gli occhi sorridevano ma nello stesso tempo sembrava sempre che stessero lì lì per piangere di gioia e di riconoscenza. Non aveva seguito le scuole uperiori ma solo le elementari eppure era tanto il fuoco d'amore, l'emozione, i sentimenti, che si mise a scrivere i suoi pensieri e in seguito le sue poesie. Noi del circolo che ci senti- vamo gia realizzati e importanti la guardavamo con sufficienza e pensavamo tra di noi che l'arricchimento improvviso produce sempre siffatti effetti; ma Maria, aiutata da un'amica colta che le sistemava i versi, riuscì pian piano, a fare delle valide poesie. La donna, diceva che aveva ricevuto un'altra grande grazia dal cielo e cioè quella di aver avuto ben 15 nipoti, tutte femmine tranne un maschietto. Faceva girare tra noi le foto di belle fanciulle che la attorniavano e la coccolavano: in esse i suoi occhi sprizzavano gioia, senza piu incertezze. Le nipotine la cercavano per farsi consigliare o appoggiare presso le loro madri, infatti Maria era molto accondiscendente con la nuova gioventù, lei che a 14 anni gia zappava la terra e si era sposata, come si faceva allora, a 17 anni, poichè in tal modo, la sua famiglia, avrebbe avuto una bocca in meno da sfamare. La sua foto, attorniata da tutte le nipotine, apparve sul quotidiano piu importante della sua città e lei disse di sentirsi una regina e non ricordava piu tutti gli anni della miseria e delle privazioni di ogni tipo, che aveva dovuto subire. Nelle ultime poesie descriveva il mare, con le sue piccole barche da pescatore, le marine della sua giovinezza che aveva tanto sognato e che, ora, erano diventate una realtà. Una brutta sera la prima nipotina, quella che lei piu amava, mentre tornava a casa con il suo fidanzatino, in motorino, subì un gravissimo incidente poichè un auto, a gran velocità, tagliò loro una strada: Francesca, questo era il suo nome, fu sbalzata molti metri in alto e nel ricadere, essendo priva di casco, si spaccò la testa senza piu rialzarsi dalla strada insanguinata; mentre il ragazzino che era alla guida riportò gravissime fratture e anche un trauma cranico ma, dopo mesi di degenza ospedaliera e vari interventi chirurgici, riuscì a sopravvivere. La morte di Francesca segnò la vita di Maria, che non fu piu la stessa infatti, pian piano, finì per perdere la ragione e non partecipò piu alle riunioni nel nostro salotto letterario. Ci sentimmo tutte un pò in colpa poichè sotto sotto l'avevamo tutti un pò invidiata e non sopportavamo le arie da gran signora che sembrava darsi. Le facevamo lunghe telefonate, perchè venisse a stare ancora con noi ma ormai non era piu la stessa: gridava frasi senza senso e non ci riconosceva. Dopo 6 mesi, Maria si spense, nella sofferenza. Tutta la città, che conosceva la sua storia ed anche la sua semplicità e la sua modestia, a capo chino, asciugandosi le lacrime che a tutti i costi scorrevano copiose, l'accompagnò nel giorno dei suoi funerali...
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