Il saluto estremo

Frammenti di vetro
ovunque sparsi
a squarciar senza pena
un'anima già dilaniata
dai trascorsi del passato.
Camminar a filo d'acqua
- pregando di non affogare -
e sui cocci taglienti
- planando per non tagliarsi -
un'agonia infinita
che sorride
conoscendo la sua fine
e già il profumo di morte
dilaga negli ambienti
inondando il cielo
di paura di sé.
Non teme il buio
ma la sua sofferenza
e annega e annaspa
con lo sguardo
rivolto alla cupola di stelle d'argento
inventando speranze
e fasulle utopie,
ma saluta il mondo
agitando una mano,
così rimarrà il suo perenne ricordo
tra vasi di profumati lillà.
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14-09-2014 Redazione Oceano Ciò che è acuminato produce dolore, il dolore è una ferita viva e presente: sanguina anche se l’inevitabile è in attesa pronto a portare via.
Un saluto, l’ultimo, il saluto estremo!