Non puoi capire

Mio lettore
quanto sanguina
la lacerante ferita,
come si mischia
alla sua solitudine.

Sola, al divenir della sera,
dietro le quinte 
del tramonto ...
senza uno sguardo
senza carezze
senza una brezza
d'amore.

Mormoranti rami,
ora silenti, 
senza voce, 
echi lontani
e arcobaleni divini.

Quante primavere
se ne andranno,
senza ch'io veda
rifiorire il tuo pallido volto.

Quanti giri dovrà compiere il sole
prima che sulla terra risplenda luce,
prima che questo mare
spenga codesto foco
e che uno spicchio di luna
rassereni il core.
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26-01-2015 Redazione Oceano La solitudine che governa il tempo, i battiti, i respiri per ogni parola urlata in questa lirica.
Senza calore che avvolge, non c’è attimo che colmi il cielo di colori ma silenti rimbombi che susseguono come stagioni senza volto.
Intensamente aspetti ciò che la serenità schiude, indugiando nell’incertezza del quando e del dove.