Brandelli

Laura avvicinò il cucchiao alla bocca di Clara, lentamente lo appoggiò alle sue labbra e lasciò
che il composto semiliquido defluisse verso la bocca, Laura la guardò, quell’esserino indifeso
dipendeva da lei, ora non appariva più quella donna energica di un tempo, ora era solo un cerbiatto
ferito.

Laura le chiese: - Clara mi vuoi bene? -
Clara la guardò, abbozzò un sorriso beffardo e : - NO! -

Laura, incredula la guardò, poi scoppiò a ridere e, tra il faceto e il serioso: - Disgraziata.
Si guardarono negli occhi le due donne e risero di cuore, entrambe per se stesse. Due esseri
terribilmente indifesi che la vita aveva strattonato in maniera diversa ma in egual misura, una stava
perdendo la vita, l’altra stava perdendo l’anima.

Laura soffermò il suo gesto, quel cucchiaino sospeso a mezzaria parlava da se, gli occhi di Laura si
velarono di lacrime, il cuore colmo di dolore, un dolore feroce riemergeva ogni volta che Laura fermava
il suo tempo, ogni volta desiderava annullarsi in quel tempo infinito, ogni volta cercava spiegazioni
alla sua esistenza, di ciò che aveva ottenuto nel corso della sua tormentata vita, delle vittorie ottenute
in cambio di brandelli di cuore.

Una lacrima lasciò i suoi occhi, scivolò lenta cadendo sulla mano di Clara che alzà gli occhi verso la
sua infermiera. Stupita Clara la guardava e poi anche i suoi occhi si riempirono di lacrime, aveva intuito
il dolore dell’amica.

Ecco cosa le univa: - La disperazione di non essere padrone di se stesse -
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