Il filo di Arianna

(Giovannoni Roberto)


Il filo di Arianna

Il romitar selvaggio,
forzatamente astratto

di una sera, quando le tenebre ricoprono le ombre
e il tempo diventa materia.

Il silenzio fuori,
la confusione dentro.

Accetto la clausura come consolazione,
come un’amica per il mio dolore,

capace perfino di divenir piacere,
sublimato dal fuoco di un’intera esistenza,

con l’aggravante della sopportazione.
Tante son le sottigliezza artate e subdole

che non trovano nesso o spiegazione.
Il mito di Teseo,

per ricercare la matrice arcana,
per capir chi sono.

Entrare nel labirinto col filo
e poi perdersi, senza più riferimenti.

Un dubbio che esplode in poesia
alla ricerca della pura armonia.