I bar di Caracas
Ho comprato un pianoforte senza coda, per irridere di notte la mia malinconia; tasti bianchi e neri come il cremino dell’infanzia che torna al ricordo d’uno stomaco che urlava fame. Ho comprato un pianoforte senza coda perché a volte non ho parole, solo cacofonici rumori di un cuore inquieto che balbetta alla vita. La mia vela non è mai bianca, perché non abita i porti tranquilli della gente perbene, cerca lo schiaffo del mare per poi alzarsi vanitosa e fiera ancora più grande, ancora più immensa. La primavera accarezza i pensieri, vorrei accarezzasse le tue labbra per portarti un bacio , semplice sussurro del vento d’amore che alimenta il fuoco nell’anima. Spengo la luce sul passato e vivo il presente, mentre per il futuro c’è domani. Spengo la luce sul passato e adagio la mia carne sulla tua pelle, come edera mi avvolgo a te, labbra su labbra, emozione su emozione, stiamo prendendo il largo senza meta senza nome; i bar di Caracas ci attendono amore mio là il rum è buono, dolce l’oblio sui giorni senza senso.
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15-03-2015 | Redazione Oceano |
In versi adagiati sull’espressività d’animo, il verso continua nel suo passo tra cleuasmo e analogia, tra allegoria ed epifonema, chiudendo gli occhi, “dolce l’oblio sui giorni senza senso” versandosi in un sentire raffinato e individuale. |