Scusami per l'ora...
Scusami per l’ora forse tarda o forse ti ho disturbato all’alba. Beviamoci un caffè, poi una sigaretta, parliamo sottovoce e scriviamo in fretta, io prendo appunti e la tua voce detta. Ti ho chiamato stasera, curva sulla tastiera, cercavo una mano cui aggrapparmi, una mente in sintonia con cui pensare. Come ai bei tempi. Ricordi quante sillabe correvano sul quaderno nero, come era facile parlare, ragionare, mettere in bella un nostro piccolo pensiero? Stasera, la mia mente balla, ubriaca di idee senza parole, stasera, non capisco dov’è l’inizio e il traguardo. Non ha importanza, ma confondo l’oggi di ieri, l’ieri del domani. Come in pista il pensiero parte e poi ritorna, differente, svalutato, arricchito, intimamente identico. Come in pista ricomincia a correre, inghiotte aria, abbraccia il vento e cerca, cerca il senso dell'affanno che urla anela, rifiuta. Non ha senso inseguire la fantastica corsa della vita, non ha senso rincorrere l’inesistente collocazione temporale dell’essere. Ho fra le mani un rametto di ulivo benedetto, quello di Cristo e della promessa pace, lo condivido con te prima dell’alba, stendiamolo sugli occhi, arriverà il riposo.
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04-04-2015 | Redazione Oceano |
E’ nell’ora degli istanti fuggevoli alla luce che le ombre e il ricordo e la vita e i volti e il tutto imbevuto di memoria , si fanno vivi e si assiepano accanto al respiro alitato da un’esistenza marcata da tanti ieri, da oggi, da sigarette e da un compagno silenzioso che esprime attraverso il battere sui tasti, la volontà radicata della sua appartenenza. Vive, attraverso il percorso dritto disseminato da curve con in mano il suo ramo d’ulivo e la pace del cuore. Scusami per l’ora, ma è in quest’ora che le parole prendono le loro sembianze. |