Il ramo d'incenso che hai voluto

Il ramo d'incenso che hai voluto
fuma le sue scie d'aeroplano,
ci parla il profumo che hai scelto,
per me è il tuo. 
Intanto a miccia si fa cenere,
e anche noi.

Non so dire
tutti i granelli della spiaggia:
le tue immagini giacciono in schegge,
fanno un turbinio confuso di colori.
Ma la ruota del caleidoscopio
fissa incastri casuali,
un senso che subito sfuma.

Mi rammento allora dei piedi leggeri,
dei fiori che ti vestivano,
quando per me 
neppure le stelle avevano
il candore che davi alle case,
ai vicoli e alle mattonelle 
col tuo cammino.

Ora il sapore delle lacrime richiama
le tante versate sulla tua spalla;
si palesa, non so perché,
quel pomeriggio d'autunno,
il viola delle tende, le espressioni
che mi illudevo avrei avuto per sempre.

Ora è di nuovo sera: eppure oggi
mi sembra tutto diverso,
la strada che conosci, 
lo spicchio nero di cielo,
il tuo saluto che stringevo geloso
per tutta la notte.
La voce garrula dei tigli ti accompagna,
forse compensa la buonanotte
che non ti do. Per ultimo,
le tue labbra che conosco
da quell'inizio.
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30-03-2016 Redazione Oceano Una meraviglia d’emozioni accostano i tuoi versi, per non lasciarle andar via. Nel ricordo sempre terso, avvolto nel dintorno, si piega il silenzio come ultimo approdo di tepori conosciuti e non smarriti. Richiama la lirica l’illusione: battito d’ali perso nei meandri del silenzio e della sera.